Haiku on a Plum Tree

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Haiku on a Plum Tree – Italia/Giappone 2017 – di  Mujah Maraini Melehi

Biografico/Documentario – 73′

Scritto da Francesca Totaro (fonte immagine: milanotoday.it)

Nel 1943 la famiglia Maraini, composta da Fosco, Topazia e tre bambine, viene deportata nel campo di prigionia di Nagoya perché non aderenti alla Repubblica di Salò. Due anni di torture e disumanità vengono annotate fedelmente in un diario dalla stessa Topazia. Gli avvenimenti citati incuriosiscono una della sue nipoti tanto da spingerla a fare un viaggio nelle terre giapponesi per rivivere sulla propria pelle le esperienze subite dalle antenate anni prima.

Mujah Maraini-Melehi con ‘Haiku on a plum tree‘ (2016) crea un vero e proprio documentario ispirato ai racconti della nonna, arricchendolo con delle testimonianze di madre e zia che sono sopravvissute alla prigionia. 

La storia parte dal principio, dalla presentazione dei due protagonisti, nella villa siciliana dove Fosco e Topazia si incontrarono per la prima volta. La narrazione procede velocemente fino al 1943, anno della reclusione, qui subentrano le torture, le confessioni e le pagine del diario che vengono sfogliate e lette ad alta voce da Mujah.

La maggior parte degli avvenimenti vengono riportati in prima persona dalle donne, figlie di Fosco e Topazia, che scelgono di farsi “intervistare” da Mujah Maraini-Melehi. La presenza delle protagoniste rende il racconto estremamente coinvolgente e realistico, forse ancora più toccante delle poche immagini di guerra che vengono mostrate nell’intera pellicola.

L’infanzia difficile, caratterizzata dalla fame e dalla violenza, non ha di certo aiutato allo sviluppo delle due donne, che dopo decenni dichiarano di non essere ancora pronte a ritornare in Giappone, perché il ricordo di quelle terre che le hanno private della spensieratezza dei primi anni di vita è ancora molto forte.

Nonostante lo scorrere del tempo i loro ricordi sono ancora vividi, entrambe narrano alcuni dettagli della loro permanenza forzata: dai quattro soldati, ai bagni una volta alla settimana, fino alle sberle e ai bombardamenti. 

Durante i racconti del malessere fisico, dovuto alla malnutrizione, Mujah Maraini-Melehi decide di non mostrare immagini realistiche ma predilige come soggetto principale un burattino di legno, con gli arti legati a fili che hanno il compito di manipolare ogni sua mossa. 

La famiglia Maraini è stata liberata nel 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Conclusa la narrazione Mujah Maraini-Melehi parte per il Giappone ed inizia un vero e proprio pellegrinaggio. In questo cammino visita i luoghi nemici e incontra una donna del posto, conoscente di sua nonna.

Haiku on a plum tree‘ è un film che spiega l’importanza delle proprie origini, paragonate dalla stessa ideatrice ad un albero con le radici piantate nel terreno. Conoscere le esperienze che hanno caratterizzato la vita dei propri antenati aiuta a capire chi siamo e cosa diventeremo, quali sono i nostri punti deboli e i nostri mutamenti genetici che ci hanno reso così come siamo.

Voto: 6

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