Articolo di Elisa Biagiarelli e Arianna Vietina
(originariamente pubblicato su http://peppermindsblog.it/tff-36-torino-here-we-go/
fonte immagine: cinematographe.it)
Siamo particolarmente affezionate al festival di Torino, perché è stato uno dei primi in cui siamo andate insieme con l’idea di scriverne a riguardo. Era la 33^ edizione, nel 2015, anno in cui abbiamo visto Arabian Nights di Miguel Gomez, Me and Earl and the Dying Girl, lo strano documentario God Bless the Child, e soprattutto il film a cui Elisa ha dedicato diversi studi e di cui abbiamo collaborato alla diffusione, Interruption.
Dopo 3 anni rieccoci finalmente a seguire questo festival che ci ha conquistato, del quale potremo seguire tutte le giornate e su cui faremo un discorso ampio e completo.
L’edizione si prospetta bella ricca: il concorso è composto da molti film di paesi “invisibili”, Grecia, Austria, Filippine e una gran componente nordica con Islanda, Svezia, Danimarca. Un solo titolo italiano che però fa per venti: l’attesissimo esordio alla regia di Valerio Mastandrea.
Nel concorso ci sono già alcuni titoli che non abbiamo potuto non notare, tra cui le lettere cubitali di Wildlife, prima regia per l’attore Paul Dano ed è sicuramente il titolo che attira più attenzioni in tutto il concorso. Accanto vogliamo segnalare anche i titoli portabandiera di Danimarca, The Guilty di Gustav Möller, e Grecia, Pity di Babis Makridis. Due paesi di cui seguiamo con interesse la cinematografia e che quindi cercheremo di vedere. Ultimo segnaliamo una vecchia conoscenza, il regista Gábor Reisz che aveva conquistato il cuore del pubblico nella 32^ edizione del festival e ben 4 premi con il suo For Some Inexplicable Reason, e che quest’anno torna con Bad Poems.
Pity di Babis Makridis
Pur essendo questo un festival nato per dare spazio alle opere giovanili c’è sempre uno spazio dedicato invece a opere più mature o a retrospettive sulla storia del cinema (quest’anno dedicate a Michael Powell, Emeric Pressburger e Jean Eustache). E’ il caso della sezione Festa Mobile, dove vengono accolti autori ben più navigati, a cominciare dal presidente della giuria Torino36 Jia Zhangke e il suo ultimo film Ash is purest white. Questo regista è quasi l’emblema del lavoro del festival, essendo l’ultimo caposaldo del cinema cinese, un grande autore le cui radici sono proprio nella riscoperta del passato senza però perdere la sua cifra contemporenea che può apparirne slegata.
Ash is purest white di Jia Zhangke
In Festa Mobile vedremo anche il neo orso d’argento per il miglior contributo artistico Dovlatov di Aleksey German, dalla russia con amore.
Che altro dire? 178 i film che verranno proiettati, tra i quali spicca un mirabiliante esperimento argentino di 813 minuti La Flor, inserito nella sezione Onde per il cinema sperimentale; ci sarà una sezione curata da Pupi Avati completamente dedicata alla musica jazz; si ripropone anche la consueta Notte Horror nel primo sabato del festival, dove si susseguiranno Incident in a Ghostland, Peeping Tom e Piercing, l’atteso nuovo film con Mia Wasikowska. Dopo aver vissuto il Tohorror Film Fest non possiamo proprio perderci questo focus dedicato all’horror.
Piercing di Nicolas Pesce
Ci sarà anche un altro dei film da noi più attesi della stagione, High Life di Claire Denis con Robert Pattinson.
Torino ha regalato anche quest’anno un programma dove davvero facciamo fatica a scegliere tanta è l’offerta proposta, a cominciare dal film di apertura The Front Runner di Jason Reitman fino alle selezioni di cortometraggi, perciò seguiteci per vivere questa edizione con noi!
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