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ClipKlip – Serbia 2012 – di Maja Milos – drammatico – 102′Scritto da Giulia Bramati (fonte immagine: imdb.com)

La giovane Jasna filma i momenti più trasgressivi delle sue giornate per condividerli con gli amici. L’incontro con Djorje la porta a ridurre sé stessa ad oggetto sessuale e a girare clip sempre più spinte, ai limiti della pornografia.

“Non sono come tutti gli altri, vedi?”

In una società sempre più carente di valori, le nuove generazioni faticano a trovare modelli di riferimento validi, finendo per lasciarsi trasportare dalle drammatiche mode che coinvolgono i propri coetanei. Con la sua opera prima Clip la giovane regista serba Maja Milos racconta senza filtri la crisi dell’adolescenza nell’era dei social network, mostrando con crudezza la difficile realtà di una ragazzina cresciuta nella periferia di Belgrado.

Figli di una generazione che ha vissuto la guerra in prima persona, i giovani serbi vivono in una dimensione di agiatezza rispetto ai loro genitori, ma molti di loro non riescono a porre limiti alle situazioni di sfrenatezza in cui vengono coinvolti. Le feste a cui partecipa Jasna, la quattordicenne protagonista di questo film, sono traboccanti di alcol e droga, elementi che fungono da stimolo per le avance sessuali di cui tutti gli invitati sono protagonisti. L’intreccio potrebbe far pensare ad uno dei soliti film adolescenziali, ma in realtà Clip si discosta da essi ed emerge notevolmente per il suo carattere fortemente provocatorio: la regista non si limita alle allusioni, ma mostra con crudezza la sessualità esibita da Jasna, senza cedere nel moralismo. Lo sguardo di Maja Milos non è accusatorio, ma si fa carico di raccontare una realtà scomoda che solitamente si preferisce tacere, attraverso un linguaggio duro e analitico che non conosce limiti. Per catturare l’attenzione degli uomini, Jasna posa discinta per servizi fotografici casalinghi organizzati dalle amiche e realizza amatorialmente filmini pornografici con il suo telefonino. Ciò che impressiona è la scelta registica di mostrare integralmente le clip che la protagonista realizza con il cellulare, adottando dunque volutamente per diverse sequenze una pessima qualità fotografica. Si prova disagio nel vedere una ragazzina di 14 anni convinta di non avere altro da offrire oltre al proprio corpo e che – per differenziarsi dalle amiche – gioca al loro stesso gioco, sperando di risultare più trasgressiva grazie ad un abbigliamento succinto, a racconti insoliti, a clip sempre più spinte. Ciò che emerge è un sentito senso di inadeguatezza e di sfiducia nei confronti delle proprie capacità, che finisce per far accettare a questa giovane ragazza l’idea di dover ridurre sé stessa ad oggetto sessuale per compiacere i suoi coetanei e sentirsi desiderata. È la solitudine a spingerla tra le viscide braccia di Djordje, con il quale instaura un rapporto meramente sessuale, che si trasforma ben presto però – nella sua mente – in una legame affettivo. L’apatia iniziale altro non è che adolescenziale timidezza, nascosta dal recondito desiderio esibizionista che fuoriesce proprio nella realizzazione delle clip, unico mezzo che trova per farsi notare dal ragazzo.

Si intuisce la fragilità di Jasna soltanto nel momento in cui finalmente scoppia in lacrime davanti a Djordje, raccontandogli della difficile situazione familiare che si trova a vivere. Maja Milos infatti – che è anche sceneggiatrice del film – ritaglia ampio spazio all’interno della pellicola per la famiglia di Jasna, logorata dalla lunga malattia del padre, che alla ragazza, però, per gran parte del film sembra non interessare. Ed è nel momento del pianto che si intravede una flebile dimostrazione di affetto da parte del ragazzo, destinata però a terminare molto presto. Egli non vuole soccombere al sentimento e anche lui, come Jasna, è vittima di una nascente società senza valori, che trova rifugio solo nell’apparenza e nell’esibizionismo. E questa cruda riflessione che Clip offre porta allo sgomento e alla rabbia nei confronti di una generazione senza prospettive che non si limita alla Serbia, ma sconfina in gran parte del mondo occidentale, generazione che Maja Milos mostra con coraggio lasciando allo spettatore il compito di giudicare.

Voto: 7

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