
Scritto da Andrea Grollino (fonte immagine: imdb.com)
Scott McCall è uno studente della Beacon Hills High School. È riserva nella squadra di lacrosse e non è molto popolare. Una notte, mosso dalla curiosità riguardo ad alcuni recenti eventi di sangue, si trova a vagare nei boschi insieme al suo migliore amico Stiles, ed è proprio grazie a questa scelta che la sua vita cambia, perché proprio quella notte, viene morso da un lupo mannaro. Dopo aver scoperto di essere diventato a sua volta un licantropo, Scott è costretto a ricercare un equilibrio tra la sua nuova identità, fonte di molti pericoli, e la sua vita da adolescente. Ad aiutarlo c’è il suo migliore amico, Stiles, e un misterioso licantropo, Derek. Quando si innamora di Allison Argent, scopre che la famiglia della ragazza caccia i licantropi da secoli. I due si fidanzano comunque, ma Scott si allea con Derek per sfuggire agli Argent.
Evidentemente a qualcuno della Adelstein Productions prudevano le mani già da tempo, vedendosi circondato da serie tv sui vampiri e sulle streghe, così avrà sicuramente deciso di farne una sui lupi mannari. E cosa bisogna inventarsi per evitare di produrre brutte copie di serie sui vampiri come Buffy, True Blood e The Vampire Diaries, senza dare l’impressione di sostituire semplicemente i personaggi ad una trama già esistente? Dilemma! Questo signor “qualcuno” si sarà di certo ricordato che una serie di film sui lupi mannari già esisteva, e che all’epoca fece scuola per poi di- venire un Cult. Si, signori, sto parlando di Voglia di Vincere con Mi- cheal J. Fox, il cui titolo originale era proprio Teen Wolf. Non fraintendetemi, il telefilm di cui vado a trattare adesso non è male, anzi, trovo che sia una trasposizione bene ispirata alla serie di film degli anni ottanta e senza il bisogno di fare il verso alla proverbiale “voglia di vincere” che caratterizzava le pellicole poc’anzi citate. Le vicende che si vanno a narrare non sono particolarmente articolate, ma si distendono abbastanza bene lungo la linea narrativa, sia della prima che della seconda stagione. Qualche punto morto lo si trova qua e là, ma niente che pregiudichi il giudizio del telespettatore, il quale a mio avviso, ha la possibilità di capire se la serie è di suo gradimento o meno, già dalle prime tre puntate.
Il protagonista del telefilm è Scott McCall, qui interpretato da Tyler Posey (Danni Collaterali, Legendary, Smallville, Lincoln Heights – Ritorno a casa), che non offre un’interpretazione particolarmente di alto livello ma tiene comunque il passo con il ritmo della storia senza annoiare troppo. Ad affiancare quello che dovrebbe essere la parte tormentata e combattuta del protagonista, c’è il migliore amico, tale Stiles, al secolo Stilinski, figlio dello sceriffo, impersonato da Dylan O’Brien (High Road, The First Time, Gli stagisti), il quale offre la parte spassosa e simpatica del chiacchierone, che sdrammatizza per esorcizzare la sua inutilità che sente calare su stesso, quando si trova di fianco al suo amico che oramai è diventato forte e potente grazie alla maledizione del lupo. Inutile dire che il belloccio di turno non poteva mancare e, nuovo giro, nuove emozioni, la parte, questa volta, è toccata a Tyler Hoechlin (Era mio padre, Libera Uscita, Settimo cielo, Lincoln Heights – Ritorno a casa). Qui lo troviamo ad interpretare la parte di Derek Hale un personaggio che si destreggia tra i ruoli di mentore e nemico dei protagonisti. In definitiva, il telefilm in questione si dirama in diverse tipologie che vanno dal teen drama fino al thriller soprannaturale, componente che trova la sua apoteosi nella seconda stagione, dove i personaggi cominciano a trovare un loro senso narrativo (che pareva essere caduto nell’oblio alla fine della prima stagione) e la storia comincia a prendere una piega più ar- ticolata rispetto a quella presentata nella prima stagione. Rimane il fatto che, la serie è un’ispirazione quindi non troveremo un soggetto propriamente dedito allo stupore di chi guarda, ma piuttosto alla creazione di attimi di tensione tipici del genere Horror soprannaturale. Chiariamoci, non è che ci siano riusciti al mille per mille, ma ci sono andati gradevolemente vicini.
Concludendo, consiglio di vedere questa serie, perché anche in questo caso può allietare chi non ha intenzione di affaticarsi troppo e si presta bene anche alle giovani menti che non superano l’età della patente, perciò augu- ro a tutti un buona visione a prescindere dalle notti di plenilunio o meno.
Voto: 6
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