La Sicilia del Gattopardo, documentario televisivo opera filmica d’esordio per Ugo Gregoretti, vincitore del Prix Italia nel 1960, vede l’autore seguire le tracce della figura del Gattopardo, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, scrutando attraverso l’obiettivo della macchina da presa i luoghi da questi vissuti, ora in condizione di decadenza, così come quelli di altri personaggi presenti nel romanzo scritto dal discendente Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958, sottolineando con distaccata ironia la fine di un’epoca, la morte di una società incancrenita dai suoi stessi agi e tormentata da un paventato cambiamento che avrebbe posto fine ad essi, salvo poi comprendere come questi si sarebbero presto ripresentati in veste inedita ma con identica sostanza.
Fin dalla sequenza d’apertura, il cimitero dei cappuccini a Palermo, che fino al 1870, quando queste catacombe, destinate a persone agiate che pagando evitavano il “disonore” delle fosse comuni, vennero ufficialmente…
View original post 638 altre parole
Rispondi