La città verrà distrutta all’alba

The Crazies – USA 2010 – di Breck Eisner – fantascienza/horror – 101′

Scritto da Alessandro Pascale (fonte immagine: imdb.com)

David Dutton è lo sceriffo di Ogden Marsh, una tranquilla città americana abitata da persone rispettose della legge e per le quali è considerata  un modello da prendere in esempio. Un giorno, Rory Hamill esce da una partita di baseball con un fucile carico pronto per fare una strage e David è costretto a ucciderlo dopo che l’uomo non si è voluto arrendere e posare l’arma.

Quello che poteva sembrare un raptus improvviso di violenza in una per- sona dovuto all’alcool, è invece il primo segnale di un contagio che infe- sterà la cittadina nei giorni seguenti, trasformando gli infetti in persone fuori controllo e totalmente violente. In pochi giorni altre persone contraggono l’infezione e personali conoscenti di David Dutton si trasformano da cittadini modello in assassini, facinorosi, depravati nascosti nel buio pronti ad attaccare il primo passante con qualsiasi arma a disposizione. Lo sceriffo tenta di spiegare razionalmente l’accaduto nel tentativo di dare un significato e/o un movente all’improvvisa escalation di violenza che ha colpito alcuni abitanti, ma quando scopre un aereo caduto nelle vicinanze della cittadina proprio nel luogo dove poi confluisce l’acqua potabile usata dalla città comincia a pensare che possa essere stata infettata da qualcosa presente su quel misterioso aereo.

La città verrà distrutta all’alba di Eisner è un remake di una delle prime opere di George Romero, maestro del genere horror nonché precursore di molti topos e mode (con particolar menzione del filone zombie-movie). In questo caso non si parla di morti viventi bensì di una pestilenza batteriologica scatenata per sbaglio dai vertici militari americani a seguito
di un incidente aereo.

Quando uscito per la prima volta ad inizio anni ’70 il tema era in effetti ab- bastanza inedito nelle modalità con cui era trattato da Romero, da sempre regista assai politico e progressista (per non dire anarchico e rivoluzionario). Oggi invece il remake di Eisner appare un film abbastanza conven- zionale, che si pone sulla scia di una lunga trafila di opere catastrofiche di dubbio valore (si possono citare a mò di esempio robe come 2012, Tran- sformers, Ultimatum alla Terra, ecc.). Eppure nonostante tutto non siamo di fronte ad un disastro.

E’ vero, Eisner abbandona quasi completamente gli aspetti politici che ca- ratterizzavano l’originale, ma lavorando di fino sull’aspetto estetico riesce a raggiungere quella forma che mancava all’opera originale. Tutto ciò viene fatto senza particolari utilizzi di effetti speciali (se non nel finale apocalitti- co) quanto piuttosto facendo buon uso di una regia dinamica, attenta ai dettagli e in grado di ricreare i necessari momenti di tensione e di attesa. Ne viene fuori un film molto più thriller che horror, in cui domina la dimensione della solitudine e del viaggio on the road verso l’ambita salvez- za. Sapendo che questa forse non arriverà mai. Perchè il potere non guarda in faccia nessuno quando si tratta di garantire la propria sussistenza.

Voto: 6

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