Intervista a cura di Gabriella Massimi (fonte immagine: vidanetwork.it)
Louis Nero, nasce nel 1976 a Torino ed è un regista, sceneggiatore e produttore italiano.
Ho avuto l’occasione recentemente di incontrarlo via Skype per una breve intervista riguardo la sua ultima opera cinematografica, The Broken Key, uscito al cinema nel 2017.
Il cinema italiano si cimenta raramente in film del genere fantasy. Da cosa è nata la scelta di sperimentare questo genere ormai patrimonio quasi unicamente hollywoodiano?
“Il cinema italiano non esplora il genere fantasy perché non ne ha i mezzi. E’ sicuramente un genere che richiede delle capacità che in Italia non esistono, o meglio esistono ma preferiscono migrare a ovest e vendersi ai grandi colossi americani.
Posso dire di essere uno tra i pochi italiani a sperimentare questo genere che è indubbiamente il filo rosso di tutta la mia cinematografia.
Il tuo è peraltro un fantasy particolare, sui generis, la sua comprensione da parte di un pubblico medio non è così scontata. Non conoscere i temi che affronti nei tuoi film potrebbe portare lo spettatore a non capire realmente il tuo messaggio.
Personalmente, come spettatore, prima di poter dire di aver davvero visto un film lo devo guardare almeno 10-15 volte. Un film è come un libro. Ogni volta che si rilegge un libro si notano nuovi elementi magari passati inosservati una prima volta e questo permette di avere anche una nuova percezione della storia e dei personaggi. Lo stesso deve accadere con il film. Non è possibile capire appieno un’opera cinematografica se non la si è guardata più volte.
Il mio tipo di cinema ha indubbiamente bisogno di uno spettatore che abbia la voglia e l’interesse di riprendere in esame la materia e i temi trattati nel film, mettendo in discussione il proprio sapere o apprendendo qualcosa di nuovo.
Il cinema è un’arte, non è industria o spettacolo.
I miei film sono un viaggio che ho deciso di condividere con lo spettatore e quest’ultimo deve lasciarsi trasportare e accettare il viaggio per come gli viene offerto.
Dall’ambientazione delle tue pellicole si può affermare che la tua città del cuore sia Torino. Da dove parte questa scelta?
Torino è la città dove sono nato ed è la città che secondo me rispecchia meglio il cinema in Italia. The Broken Key è ambientato nel 2033 e ritengo che Torino come città del futuro sia perfetta. Ho potuto accostare bene i misteri e le magie che ancora oggi avvolgono il capoluogo piemontese, con gli effetti speciali che mi hanno permesso di aggiungervi grattacieli e macchine volanti.
Regia italiana, location italiane, ma cast principalmente internazionale, a parte il protagonista. Come mai questa decisione?
Il cast è stato scelto direttamente in scrittura del film. Ogni personaggio aveva già il suo attore predestinato e quell’attore era stato scelto proprio perché ha avuto a che fare nella sua carriera cinematografica con il mistero. La mia scelta è stata azzeccata perché ogni attore ha dato qualcosa di suo al personaggio, da Michael Madsen a Christopher Lambert a Geraldine Chaplin, ognuna di queste star ha dato un suo personale contributo alla pellicola sulla linea dei temi che la caratterizzano.
Per quanto riguarda il protagonista, ho scelto Andrea (Cocco – ndr) sia per la sua incredibile somiglianza con il personaggio di Neo in Matrix, sia per le sue origini sardo-nipponiche. Inserire nella mia pellicola questa mescolanza di razze mi incuriosiva, inoltre Andrea è un bravissimo attore e sono rimasto molto soddisfatto della mia scelta.
Uno degli autori che indubbiamente ti affascina di più è Dante e le sue opere sono per te un continuo spunto di studio e riflessione. Oltre ad avere girato un intero film su Dante, Il mistero di Dante, ho notato che i richiami al poeta fiorentino all’interno di The Broken key sono numerosi
In The Broken Key coesistono tutti e tre i mondi di Dante. Sia nelle ambientazioni che nei personaggi stessi. Ogni personaggio infatti rappresenta i Sette Peccati Capitali e le corrispondenti Virtù Cardinali.
Pur coesistendo Inferno, Paradiso e Purgatorio in tutti i personaggi, l’obiettivo di ciascuno rimane di raggiungere il Paradiso, ma la strada è lunga e colma di ostacoli. Come il percorso che doveva intraprendere il Faraone per essere incoronato: dalla piana di Giza, al Nilo, passando dalle Piramidi per poi giungere alla Sfinge e essere baciato dal Sole, la più importante divinità egizia.
Ritengo ci sia un collegamento molto importante tra Dante e la cultura e la storia Egizia.
Indubbiamente poi il luogo che in Italia racchiude meglio la cultura egizia e l’esoterismo dantesco è il Piemonte e la città di Torino.
I monumenti piemontesi richiamano molto il percorso del Faraone perché sono stati costruiti rispetto al cielo e verso di esso si sviluppano.
Da queste tue parole mi sorge spontaneo allora chiederti dell’Abbazia di San Michele in Val Susa, dove hai girato alcune scene del tuo film.
Trovo che la Sacra di San Michele sia un luogo meraviglioso e nella scene girate in questa location magica e misteriosa il richiamo a Dante è molto forte.
Quando Dante si reca in Paradiso lo accoglie e guida San Bernardo. Qui a San Michele invece c’è Frate Hugo, interpretato da William Baldwin, che accoglie calorosamente il gruppo di esploratori e li conduce in una visita dell’Abbazia dal basso verso l’alto, dall’ultimo girone del Purgatorio al Paradiso appunto.
Quali saranno le prossime esperienze di Luis Nero? Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Sono in pre-produzione con un nuovo film su un personaggio storico realmente vissuto. Purtroppo a causa del Covid ho dovuto ritardare tutto ma spero a breve di cominciare a girare e intraprendere così un nuovo viaggio da proporre poi agli spettatori.
Ringraziamo il regista Louis Nero per averci concesso questa intervista e vi invitiamo a visionare il suo film The Broken Key, ora disponibile sulla piattaforma Amazon Prime
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