Italia, 2020 – di Alberto Valtellina e Paolo Vitali – Documentario – 75′. Scritto da Antonio Falcone.
Tra il dopoguerra e gli anni ’70 prese piede in urbanistica l’idea di dare vita a dei complessi abitativi di grandi dimensioni, intesi a creare all’interno della loro struttura una sorta di microcosmo, volto a favorire la socialità e scambievoli relazioni fra i suoi abitanti, ovviando eventualmente a quelle profonde mutazioni del vivere civile che avrebbero presto comportato tanto una individualizzazione relativamente alle singole esigenze quanto un flusso omologante imposto essenzialmente dal rapido sviluppo economico, fino ad arrivare alla nascita di veri e propri “non luoghi”, nel cui ambito la gente, le singole persone, vanno a comporre un brulicante corpo unico. La suddetta idea non ebbe particolare seguito, considerando per l’appunto la complessità dei rapporti sociali che andava a concretizzarsi, ma in qualche caso riuscì a trovare opportuno sbocco, coniugando funzionalità e creatività: è quanto avvenne, restando nei confini nazionali, in quel di Bergamo intorno al 1976, con il complesso residenziale Terrazze Fiorite- Bergamo Sole, che sarà sviluppato fino al 1980, per mano degli architetti Giuseppe Gambirasio e Giorgio Zenoni, i quali si adoperarono per assecondare quanto il Piano Regolatore prevedeva dovesse essere costruito nella zona tra i quartieri San Paolo e Loreto della città, andando di fatto a congiungerli; si prevedeva di realizzare una determinata cubatura, idonea a rientrare in un cono panoramico che consentisse la vista della “città alta” e da qui l’intuizione di una particolare inclinazione del tetto verso il basso ed il conseguente sviluppo degli edifici in orizzontale, in nome di un’inedita modularità, la quale consentiva di realizzare ampie finestre ed alti soffitti, garantendo l’alternanza di spazi privati (il patio con giardino) e comuni (vialetti, corridoi, cortili), con altri inediti da sfruttare, che venivano a crearsi “spontaneamente”, proprio in virtù del descritto sviluppo “alternativo”.
A questa innovativa struttura, all’impatto visuale piuttosto spartana con quei mattoni a vista, è dedicato il documentario Il condominio inclinato. Bergamo, sole, casbah, pollai e terrazze fiorite, diretto da Alberto Valtellina e Paolo Vitali: nel suo scorrevole iter narrativo, libero dai vincoli di una vera e propria sceneggiatura, attraverso il susseguirsi delle interviste ai vari condomini, alternando immagini in esterno ed interno, cui si vanno ad intersecarsi anche quelle di filmati d’epoca (riprese ad opera dei ragazzini di un tempo, ora adulti) e delle esecuzioni musicali dal vivo a far da colonna sonora, riesce a conferire congrua e suggestiva corporeità all’idea di una dimensione sociale dello spazio, dove quest’ultimo gode di un’efficace interazione con gli abitanti, considerando poi che all’interno del nucleo abitativo vi sono anche uffici, laboratori didattici, scuole di danza. Il tutto all’insegna di una ritrovata socialità, coltivando la consapevolezza di essere parte integrante di qualcosa di originale ed esclusivo, una ideale combinazione tra le case di ringhiera ed il villaggio turistico, riprendendo le parole di uno dei soggetti intervistati. Nel descritto felice giustapporsi d’interviste a camera fissa e riprese dall’esterno, Alberto Valtellina e Paolo Vitali fanno sì che lo stabile prenda vita e rimarchi non solo la correlazione ambiente-persone, ma anche la possibilità di mediare fra individualizzazione e socialità, aprendo le porte del confronto e della condivisione, come evidenziato dal finale, quando la giovane Valentina leggerà una lettera scritta dai condomini e rivolta all’architetto Zenoni (è lui ad aprire la narrazione, con la storia del progetto), ringraziandolo perché nel corso delle misure di contenimento imposte dall’emergenza sanitaria, hanno potuto vivere questa esperienza all’interno di uno spazio aperto, in condizioni di sicurezza e mantenendo intatto lo status di collettività. Il condominio inclinato. Bergamo, sole, casbah, pollai e terrazze fiorite è stato inserito all’interno della selezione ufficiale del Milano Design Film Festival 2020 (6-8 novembre, sul sito del festival le modalità di svolgimento in osservanza alle disposizioni sanitarie prescritte dall’ultimo DPCM).
Voto:7
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