
Documentario- regia di Misha Györik- 75’-Scritto da Antonio Falcone (fonte immagine: Varesenews)
Qualche giorno addietro ho visionato sulla piattaforma web Play della RSI-Radio Televisione Svizzera Italiana un interessante documentario, Il signore degli animali, per la regia di Misha Györik, trasmesso all’interno della trasmissione Storie, il cui titolo riprende l’appellativo col quale è noto in quel di Brissago Valtravaglia (VA) Giancarlo Galli, ispettore delle dogane svizzere in pensione, che qui ha dato vita al Rifugio Animali Felici, destinato ad accogliere e curare qualsiasi animale, selvatico o domestico, ferito, per lo più in seguito a qualche investimento, o soggetto a maltrattamenti quando non abbia provato la triste esperienza dell’abbandono o sia scampato al macello. Un’opera preziosa quella messa in atto da Giancarlo, il quale nel continuo occuparsi dei suoi assistiti, oltre seicento, coadiuvato da collaboratori stabili o volontari, ma anche amici, confortato dalle donazioni, rende evidente come fra uomo ed animale possa svilupparsi nell’ambito della quotidianità una concreta combinazione empatica, tale da richiamare l’idea di un Eden originario al cui interno l’attività di ogni essere vivente vada ad inserirsi armonicamente all’interno di una condotta esistenziale simbiotica, volta quest’ultima a garantire la reciproca sopravvivenza e di conseguenza, scambievolmente, quella dell’intero Creato. Györik attraverso l’obiettivo della macchina da presa documenta, avallando una piacevole scorrevolezza narrativa, quanto accade giornalmente, anche di notte, all’interno del rifugio così come nella vita privata di Giancarlo, vegetariano, per inciso, riuscendo ad offrire diretta visualizzazione di un amore per gli animali che trasuda da ogni singolo gesto e dall’adoperarsi anche nell’intraprendere le necessarie prime cure mediche per le bestie ferite, considerata la lontananza degli studi veterinari cui potersi rivolgere.
L’unico tribolo che veramente affligge il nostro è quello relativo alla sua dipartita, non potendo fare a meno di chiedersi cosa succederà ai suoi amici una volta che lui non ci sarà più, anche in considerazione di una società, universalmente intesa, la cui grandezza e il cui progresso morale non possono certo, a rischio di generalizzare e pur considerando benvenute eccezioni, valutarsi dalle modalità di trattamento degli animali, citando il noto aforisma gandhiano che d’altra parte campeggia ben in evidenza riportato su di un cartello all’entrata del rifugio. Il signore degli animali, andando a concludere, è un documentario dalla valida regia, il cui felice giustapporsi d’immagini, interviste, riprese delle attività giornaliere, delinea nel suo accorato racconto la necessarietà di un intervento umano intenso a ristabilire quel primordiale rapporto benigno fra Uomo e Natura, sulla base di un legame paritario; quando l’uno tende a prevaricare sull’altra inevitabilmente andrà a frantumarsi l’armonia creazionale originaria, mentre un auspicabile congiungimento, con reciproca accettazione, non potrà che generare qualcosa di nuovo, il quale a sua volta seguirà il proprio corso esistenziale. Come sosteneva Madre Teresa di Calcutta, Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.
Voto:8
L’ha ripubblicato su Sunset Boulevard.