
The Visit – Stati Uniti 2015 – di M. Night Shyamalan
Horror/Mistery/Thriller – 94′
Scritto da Alessandro Pascale (fonte immagine: mymovies.it)
Paula è una donna separata e madre di due ragazzini: Rebecca, adolescente, ed il piccolo Tyler, di tredici anni. Da circa quindici anni non ha più alcun rapporto con i suoi genitori, colpevoli di non avere mai accettato la sua relazione sentimentale con il padre naturale dei suoi figli, considerato dalla coppia non adatto poiché molto più grande di lei. Tuttavia, un giorno, su insistenza degli anziani, Paula decide di mandare i suoi figli per una settimana nella loro casa in Pennsylvania per farglieli conoscere. I ragazzi scopriranno però ben presto che i loro nonni presentano molte stranezze, alcune delle quali alquanto spaventose…
Sorprende non poco l’ultima opera di Shyamalan uno degli autori più noti del cinema americano contemporaneo, nonché uno tra i più discontinui: capace di sorprendere con opere raffinate e popolari come Il sesto senso e The village, ma anche di precipitare in veri e propri orrori come E venne il giorno, seguito da altri costosi blockbusters non esaltanti e di scarso successo come L’ultimo dominatore dell’aria e After earth. The Visit svolta completamente, abbandonando scenari fantascientifici e ritornando in un ambiente modesto e pacato quale la vita familiare di campagna. Stop alle tematiche fantasy e cripto-ambientaliste sulla natura per calarsi nel genere dell’avventura. declinato in un sottile ma proficuo equilibrio tra il romanzo adolescenziale di formazione e il thriller che non rinuncia agli strumenti stilistici dell’horror. Il tutto viene arricchito dalla riflessione della crisi della famiglia moderna: i due bambini protagonisti sono stati abbandonati dal padre e rimasti soli con la madre, la quale a sua volta ha rotto fin da giovanissima con i propri genitori (i loro nonni). La difficoltà è quindi inter-generazionale, seppur motivata da ragioni diverse, e l’obiettivo del film è quindi anche avviare una riflessione che possa portare ad una ricomposizione anzitutto psico-sociale, oltre che materiale. Perché ciò possa avvenire è dovuto però avvenire un evento altamente traumatico, che rende la soluzione dei problemi forse tardiva ma comunque proficua, dando un taglio ottimistico all’opera. The Visit però è molto di più che una riflessione sociologica: stupisce anzitutto il taglio stilistico scelto dal regista indiano-statunitense: il mockumentary. Ricalcando la lezione battuta a spronbattuto dal cinema horror degli ultimi anni (The Blair Witch Project, Rec, Paranormal Activity, ecc.), del quale si ritrovano numerose citazioni, Shyamalan costruisce una storia d’avventura di stampo tipicamente spielberghiano, sfruttando le notevoli capacità attoriali e la simpatia dei giovani (bravissimi!) protagonisti Olivia DeJonge e Ed Oxenbould. Una scommessa vinta quella di affidarsi di fatto a due semi-sconosciuti (anche se il secondo aveva già ottenuto una candidatura agli Young Artist Awards come miglior giovane attore protagonista in Una fantastica e incredibile giornata da non dimenticare). La narrazione in prima persona scorre senza intoppi, trovando un adeguato equilibrio tra ritmi comico-umoristici e sprazzi improvvisi ed inaspettati di tensione quasi surreale. Nota di merito anche per i “nonni”, ed in particolar modo per l’eccellente recitazione di Deanna Dunagan, capace di trasformarsi dalla vecchietta più tenera del mondo ad una furia instabile e schizofrenica dagli istinti quasi diabolici a causa della cosiddetta “malattia del tramonto”. Per Shyamalan è davvero un bel colpo che mostra come l’ingegno e il talento bastino a realizzare piccoli gioiellini anche in mancanza di budget stratosferici.
Voto: 8
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