Sopravvissuto – The Martian

The Martian – Regno Unito/Stati Uniti/Ungheria/Giordania 2015 – di Ridley Scott

Avventura/Drammatico/Fantascienza – 144′

Scritto da Alessandro Pascale (fonte immagine: comingsoon.it)

L’equipaggio della Ares 3 deve rientrare da una missione su Marte, ma l’astronauta Mark Watney rimane separato dal gruppo e dato per morto. Dovrà trovare un modo per sopravvivere sul pianeta rosso.

Alessandro Pascale (voto 7):

Ridley Scott torna ad affrontare il tema della fantascienza tre anni dopo il non riuscitissimo Prometheus (2012). L’autore dei leggendari Alien (1979) e Blade Runner (1982) propone però, a differenza di tutte le opere finora citate, non un film carico di mostri, alieni o robot futuristici, bensì una via di mezzo tra un thriller alla Apollo 13 (1995) ed un dramma intimista alla Gravity (2013), senza toccarne però le punte di tragicità. A fare da filo conduttore è la scienza astrofisica, non nelle sue possibilità futuristiche miraboliche (vedi su tutti Interstellar), bensì nelle sue possibili applicazioni pratiche attuali, qualora l’uomo si decidesse di fare finalmente i suoi primi passi sul pianeta Marte. Una fantascienza “realistica” insomma, che sembra dare più o meno volontariamente ampio spazio ad una volontà didattica insita nel soggetto, trasposizione cinematografica del libro L’uomo su Marte di Andy Weir, di fatto un moderno ripensamento del Robinson Crusoe di Daniel Defoe. A fare da ciliegina sulla torta un Matt Damon sempreverde, affiancato da un cast di seconde linee di lusso, in cui ognuno recita a dovere la propria parte, sfruttando una sceneggiatura ben strutturata e variegata. Tutto sembra perfetto per fare di The Martian un blockbuster di elevatissima qualità. Eppure, nonostante l’opera sia probabilmente una delle migliori sue opere degli ultimi anni (certamente non comparabile agli ultimi scadenti lavori), rimangono alcune perplessità di fondo su un prodotto che si muove ottimamente in molte direzioni senza però riuscire a concentrarsi su un punto in particolare. Il problema fondamentale è che The Martian manca di personalità. In parte ciò dipende da un’eccessiva lunghezza con cui si snocciola un soggetto più adatto per la lettura che per il cinema. In parte dal fatto che alcune scelte registiche appaiono in una certa misura eccessivamente forzate, se non proprio ridondanti e ripetitive sul lungo periodo. Tale ad esempio il “video-diario” lasciato a puntate dal protagonista, in cui un pur bravo Damon non riesce a colmare con la sua vivacità dei ritmi troppo dilatati e delle scenografie asfittiche (si poteva sicuramente pretendere di più in fatto di fotografia). Manca soprattutto la capacità di scegliere tra l’avventura e la riflessione filosofico-esistenziale, di cui si introducono elementi sparsi pasticciati con fughe costanti perfino nel registro comico. L’insieme tutto sommato regge ma impedisce all’opera di ambire a qualcosa di grande, come pure su un soggetto simile (un uomo isolato su un pianeta) era riuscito a fare in passato Duncan Jones in Moon(2009). Manca insomma il messaggio su cosa l’autore ci voglia comunicare, e a riguardo perfino il finale standardizzato perde di senso, mancando totalmente di stupire lo spettatore e approfondendo l’impressione di aver assistito ad un film manieristicamente notevole, ma spassionato e freddo. Interessanti infine le scelte musicali anche se compensate da un 3-D che aggiunge poco rispetto ad una visione “normale”.

Voto: 7

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