
Scritto da Francesco Carabelli (fonte immagini: Pinterest-filmportal.de-moviepilot.de)
Dein Herz ist
wie die Nacht so hell
Ich kann es sehn
– Du denkst an mich –
Es bleiben alle Sterne stehn
da “Heimat 2 – Chronik einer Jugend”
Come non rimanere affascinati da un’opera così complessa e ricca di vita. La vita degli anni giovanili: gli amici come famiglia elettiva; la ricerca di un’identità e di una strada nel mondo, la ricerca di una “seconda patria” (anche se la traduzione italiana non rende in pieno il significato della Heimat tedesca). Quello che stupisce in Reitz è l’assoluta autenticità, la voglia di raccontare per immagini la vita di un giovane musicista, fuggito dalla sua terra natia per approdare negli ambienti bohemiene di Monaco, la città dalle tante possibilità.
Autobiografia e immaginazione si fondono poeticamente creando un unicum che affronta la Germania, temporalmente e spazialmente, storicamente e culturalmente: da nord a sud, lungo il Reno e ad est fino a Berlino; affrontando Nazismo e rivoluzione dei costumi del ’68 sempre con occhio critico senza mai vedere solo gli aspetti positivi o quelli negativi, ma valutando storicamente le situazioni che hanno portato a questi eventi. E’ la passione che traspare da quest’opera. Passione artistica e passione per il destino umano, per i suoi corsi e i suoi ricorsi, che sempre però dipendono anche dalla libertà umana e dalla genialità di cui l’uomo è espressione. E poi l’amore, la volontà di non lasciare sfuggire le occasioni che la vita presenta, pur nella difficoltà dell’affrontare un percorso a volte lungo e ricco di solitudini e lontananze. Le delusioni, ma anche la volontà di ricominciare, di rimettersi in gioco di tentare di esprimere sè stessi, di realizzarsi nonostante gli ostacoli che si pongono sulla propria strada e il dolore causato dalle incomprensioni o dalle diversità insormontabili proprie dell’essere uomo. Ecco, questo è il cinema di Reitz, un occhio passionevole sulla vita, un caldo sguardo partecipe sulla vita, sulla sua bellezza e sulla sua sua complessità. Questo è ciò che ci racconta, questo è il mondo di cui ci rende partecipi. Con calma, la calma necessaria per seguire i 13 episodi di questa “Cronica di una giovinezza”, la calma per riflettere, quel “pensive mood” che è proprio dei suoi protagonisti, che sanno valutare le loro scelte e sanno ancora trovare il tempo per essere soli con sé stessi e per porsi consapevolmente di fronte al mondo, in attesa.
“Es bleiben alle Sterne stehn”
Grazie Edgar


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