Italia- 2020 – di Antonio Capuano- Drammatico – 96′
Scritto da Barbara Bresciani (fonte immagine: MyMovies)
L’ultimo film di Antonio Capuano, esponente del nuovo cinema napoletano (insieme a Paolo Sorrentino e Mario Martone, solo per citarne un paio) è stato presentato fuori concorso al Torino Film Festival del 2020. Parte ancora dalla sua Napoli di borgata seguendo la vita ispirata a quella reale della nullatenente Maria (nome fittizio di Antonia Custra interpretata da Teresa Saponangelo) e orfana di padre, un vicebrigadiere in servizio il quale quarant’anni prima perse la vita durante una protesta per mano di un militante di Autonomia Operaia che scopre essere stato appena scarcerato e scontato la sua pena, cosa che Maria non ha ancora superato: la sua condanna è quella di non riuscire ad elaborare il lutto paterno; così si arma e prende un treno per incontrare l’assassino di suo padre a Milano. Un’amara storia presa dalla cronaca, come quasi sempre sceglie coraggiosamente di fare Capuano, anche sceneggiatore. Affrontare o perfino riesumare questo soggetto al giorno d’oggi non è semplice, infatti non tutto convince; ma con uno stile asciutto, misurato e sincero, senza pretese arriva comunque come uno schiaffo di realismo sociale.
Un cinema fisico fatto di sguardi, suoni e primi piani, che aberra beceri patetismi e facili consolazioni. E uscendo dalla cronaca, tenta di toccare temi più universali: l’ansia della verità e della vendetta. Il discorso sui conflitti interni del nostro Paese e delle sue amare conseguenze cinematograficamente fermatosi agli anni Novanta forse avrebbe meritato maggior approfondimento, ma quello che evidentemente sente più urgente il regista è voler soffermarsi sui due personaggi che incarnano, con dolore e intensità, il dramma sospeso di scontri sociali e generazionali che ci portiamo ancora addosso, quel buco in testa del titolo, dove un vero confronto si rivela impossibile per entrambi.
Voto 6
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