Italia, 2021 – di Alessandro Guida e Matteo Pilati- Commedia/Drammatico- 100’.
Roma, tempi nostri. Antonio (Giancarlo Commare), architetto disoccupato, ha improntato la propria vita verso un unico scopo, rendere felice il marito Lorenzo (Carlo Calderone), il quale, forse soffocato da troppe attenzioni, appare invece propenso a porre fine ad un rapporto decennale, anche perché ormai da un anno è mezzo è innamorato di un altro uomo. Per Antonio apprendere la notizia di tale relazione è il classico pugno nello stomaco, ecco che all’improvviso vede sgretolarsi innanzi agli occhi, al pari di una casa costruita sulla sabbia, quanto aveva idealizzato quale consona dimensione esistenziale. Vano qualsiasi tentativo di ricomposizione, al nostro non resta che, confortato ed assistito dall’amica del cuore Cristina (Michela Giraud), darsi da fare per rinvenire al più presto un’altra abitazione e soprattutto un lavoro; andrà quindi a vivere con Denis (Eduardo Valdarnini), single gaudente, il quale gli presenterà Luca (Gianmarco Saurino), fornaio, che lo assumerà come apprendista, risvegliando in lui l’antica passione per la pasticceria, tanto da essere invogliato a frequentare un corso professionale. Nella scomposta alternanza di un dolore ancora vivo e varie titubanze, Antonio comprenderà presto come l’essere single non sia poi chissà quale immane disgrazia, se si volge l’attenzione verso una maggiore considerazione di sé, arrivando anche a concedersi varie avventure, fino a valorizzare quella primigenia essenza vitale propria di chi vede il mondo per la prima volta, fin troppo soffocata nel corso degli anni con lo sforzarsi di offrire agli altri un’immagine il più possibile coerente con le loro aspettative e mai con le proprie.
Fra il sesso fugace e spensierato vi sarà anche spazio per un nuovo amore, Thomas (Lorenzo Adorni), possibile avvio di una nuova relazione, con tanto di trasferimento a Milano, per quanto Antonio sembrerebbe ormai arrivato alla convinzione di come “il mascarpone abbia un gusto speciale se lo fai da solo”… Diretto da Alessandro Guida e Matteo Pilati, anche autori della sceneggiatura insieme a Giuseppe Paternò Raddusa, Maschile singolare è un film per certi versi insolito nell’ambito dell’attuale produzione cinematografica italiana, in primo luogo perché si pone come obiettivo primario, alternando o combinando tra loro gli elementi propri della commedia e del dramma, quello di narrare, al di fuori di qualsiasi enfasi o eccesso caratterizzante, “una storia come tante”, un amore al capolinea e il percorso da affrontare per chi è stato lasciato, i tentativi profusi nel cercare di venirne fuori e provare a rimettersi in gioco, rendendo nel tempo le inevitabili cicatrici sul cuore quali medaglie al merito e valido curriculum. Ecco allora che la macchina da presa, al pari di ogni elemento tecnico (dal montaggio, Marco Careri, alla fotografia, Michel Franco, senza dimenticare scenografie, Valentina Di Geronimo, costumi, Roberta Blarasin, e colonna sonora, Umberto Gaudino, Jean Michel Sneider), viene posta al servizio dell’iter narrativo, offrendo il giusto risalto alle vicende dei protagonisti previste in fase di scrittura e poi rese dal cast attoriale, rimarcando una certa attenzione alle loro psicologie, al modo di atteggiarsi e relazionarsi, alle modalità di linguaggio, il tutto con una concreta aderenza al reale (vedi le diversità dialettali che a volte risaltano nei dialoghi).
In secondo luogo la scelta sessuale non viene vista come una scriminante in odor di una esibita pruderie, né tanto meno resa con macchiettistica affettazione, bensì quale esteriorizzazione naturale e gioiosa di un desiderio sessuale o di un sentimento amoroso tout court, al di là di qualsivoglia classificazione, espressi in quanto tali, nel palesare una piena ed appagante accettazione della propria individualità. Forse la regia non sarà particolarmente inventiva e verso il finale potrebbe riscontrarsi qualche lentezza, però appare decisamente funzionale e mai invasiva nel far vivere la narrazione del tutto in sintonia con i personaggi e i loro sbalzi umorali, alle prese con i vari accadimenti, con accorti movimenti di macchina e fluidi piani sequenza, valorizzando ulteriormente le valide prove recitative (Commare su tutti, ma anche Valdarnini, entrambi per capacità d’immedesimazione ed empatia) e i dialoghi frutto di un brillante lavoro di scrittura. Andando a concludere e riprendendo quanto scritto nel corso dell’articolo, ritengo che Maschile singolare (in uscita il 4 giugno su Prime Video) sia attraversato ed animato da una vivida forza pulsante scaturente dalla manifestazione di una “normalità” intesa ad accantonare scandali o perbenisti pudori di facciata, visualizzando in definitiva l’idea che l’unica diversità conclamata sia quella resa possibile da ognuno di noi, nel fare la differenza percorrendo il comune cammino terreno scegliendo liberamente il proprio appagamento esistenziale, qualunque possa essere la nostra condizione sentimentale. Felice chi è diverso essendo egli diverso, ma guai a chi è diverso essendo egli comune (Sandro Penna).
Voto: 8
L’ha ripubblicato su Sunset Boulevard.