E’ morto ieri, lunedì 31 maggio, a Roma, Peter del Monte, regista cinematografico statunitense, naturalizzato italiano (San Francisco, 1943). Autore di un cinema raffinato e poetico, sempre attento allo stato d’animo dei personaggi, alle loro psicologie, dove l’atmosfera “sospesa”, rarefatta, della messa in scena si rende un tutt’uno con l’irrazionalità e il mistero proprio dell’irrompere dei sentimenti, pose la propria sensibilità registica nel dare adito alle problematiche dell’universo femminile, ma anche a quelle proprie dell’infanzia e dell’adolescenza, così come della vecchiaia. Del Monte giunse nel nostro paese all’età di dieci anni, seguendo la propria famiglia, di origini italiane, ed una volta conseguita la laurea in Lettere (con una tesi sull’estetica cinematografica) iniziò l’attività di critico cinematografico, per poi diplomarsi in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia della Capitale, dove realizzò, nel 1969, il film Fuoricampo, che venne presentato al 22mo Festival di Cannes.
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