Memoria

Memoria – Colombia/Thailandia/Francia/Germania/Messico/Qatar/Regno Unito/Cina/Svizzera 2021 – di Apichatpong Weerasethakul

Drammatico – 136′

Scritto da Enrico Cehovin (fonte immagine: cineuropa.org)

Un forte fragore desta Jessica. È un rumore potente, sordo, come di un grande oggetto metallico avvolto nel legno lasciato cadere in un pozzo. Jessica lo sente più volte, mentre le sue giornate si dividono tra l’andare a trovare la sorella malata in ospedale e il centro di botanica dove lavora. Uno scoppio: questa volta lo sentono tutti, un uomo si getta a terra pensando ad uno sparo. Ma è solo il ritorno di fiamma di un motorino che passa; l’altro rumore invece sembra sentirlo solo Jessica. Quel suono la stimola, la incuriosisce, la preoccupa, così Jessica, in uno studio di registrazione con l’aiuto di un tecnico del suono, lo descrive e lo perfeziona fino a trovarlo e a riuscire a riprodurlo.

Costruito principalmente solo su lunghe inquadrature statiche come è solito per il maestro, Memoria è il primo film in lingua inglese (e spagnola) del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul. A cambiare è l’ambientazione – ci troviamo in Colombia – e Weerasethakul utilizza per la prima volta un attore internazionale di fama mondiale – Tilda Swinton nel ruolo di Jessica – ma non certo i temi cari al regista: l’importanza della cultura di un popolo, della Storia, ma soprattutto della natura, evocata in tutto il suo potente splendore attraverso stupefacenti inquadrature che suggestionano senza eguali.

Tilda Swinton ricopre perfettamente il ruolo spettrale allo stesso tempo di veicolo di un antico messaggio fondendosi con l’ambiente nell’inquadratura; spesso immobile ma mai passiva, diventa tutt’uno con il bianco e il nero di una galleria d’arte, ricopre nella composizione dell’immagine lo stesso peso del vuoto lasciato da oggetti evidentemente assenti. 

Weerasethakul opera una cernita, seglie un numero relativamente ridotto di inquadrature e le compone a regola d’arte e le offre come antido alla sovrabbondanza d’immagini del contemporaneo che occupano immeritatamente spazio nella nostra memoria, e si offre, attraverso Jessica che rivive le sue vite precedenti, come invito a dare ascolto al passato e all’ambiente in cui viviamo.

 

Voto: 8

 

 

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