
The lost daughter – Stati Uniti/Grecia 2021 – di Maggie Gyllenhaal
Drammatico – 121′
Scritto da Maria Parisi
Leda Caruso (Olivia Colman) è una docente universitaria di letteratura comparata in vacanza in un’isola greca. Sulla spiaggia dove si reca in cerca di tranquillità arriva ogni giorno una numerosa e rumorosa famiglia, tra questi Leda comincia ad osservare con interesse che presto si trasforma in ossessione Nina (Dakota Johnson), la bellissima giovane madre e la sua bambina, il rapporto tra le due le rievoca moltissimi ricordi del suo passato, in cui attraverso numerosi flashback veniamo catapultati.
Leda Caruso come dice lei stessa è una madre snaturata, ed una donna molto egoista, ha fatto tanto scelte giuste o sbagliate che fossero che l’hanno portata al punto in cui si trova: perennemente fuori posto. Un malessere sopito che la sfiora attraverso i messaggi che le lancia madre natura, ma è soprattutto grazie all’incontro con Nina emerge con una potenza tale da portarla a una morte e rinascita simbolica o forse reale…
Tratto dal romanzo di Elena Ferrante l’adattamento della Gyllenhaal, al suo esordio alla regia, attraverso diversi avvenimenti più o meno accidentali cerca di farci percepire il malessere, il sentimento di oppressione della protagonista, e farci accettare le sue piccole ed inquietanti follie…riuscendoci ben poco, ma soprattutto pecca pesantemente di diverse ingenuità all’americana davvero imperdonabili: moltissimi “errori” rendono palese che l’ambientazione originale della storia era l’Italia, che la protagonista stessa era italiana…senza contare che è palesemente girato in pieno inverno!!
Il problema più evidente del film infatti non è la regia, che anzi funziona bene e speriamo che la Gyllenhaal continui su questa strada, ma la scrittura, che le è valsa il premio a Venezia come miglior sceneggiatura palesando come, ancora una volta, il premio per la miglior sceneggiatura venga utilizzato come premio di ripiego, quando non si sa quale premio assegnare.
Voto: 6
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