Lettera a Elise

Racconto di Francesco Carabelli

da Il Raggio Verde di Eric Rohmer

Cosa rimane del nostro rapporto? Di tanti discorsi, di tante serate passate a parlare districandosi tra francese e italiano, nel mio sforzo per farmi capire in una lingua così vicina, ma così particolare e complicata, nonostante i miei studi e le mie frequenti letture? Rimane il ricordo di te, il ricordo di una ragazza che sta cercando un posto nel mondo nonostante le sofferenze personali, le difficoltà di ogni giorno, le incomprensioni con i familiari e i pochi amici.

Alle spalle una sofferenza comune, quella di essere dei diversi, dei sognatori in un mondo che diventa ogni giorno di più guidato dal pragmatismo e da ragioni meramente di convenienza, dove il posto per la riflessione e i sentimenti e le passioni è ridotto al minimo o è compresso in una serie di bit sulle reti virtuali ove viaggiano i tentavi di vita nuova di tanti, che cercano di evadere alla triste realtà di situazioni lavorative o di studio poco piacevoli.

Il ricordo si mescola alle tue foto di oggi, che mi arrivano filtrate via instagram, il tuo sorriso dei vent’anni, quel sorriso che mi aveva avvinto a te e che mi aveva dato speranza si è trasformato nello specchio della tua anima che ha affrontato tante difficoltà in questi lunghi 10 anni.

I colori decisi dei tuoi abiti, si sono stinti in colori meno vivaci, più fumé, che tendono a stingersi col tempo dell’impressione finto-analogica delle tue fotografie (o forse sono davvero delle polaroid del giorno d’oggi?).

Tu che amavi la città sei divenuta una campagnola convinta. Cerchi il contatto con la natura, i luoghi tranquilli e appartati ove il flusso di vita della natura è più facile da sentire e ci fa sentire parte di un mondo comune, cosa che in città data la tecnologia in espansione e sempre più raro anche nei molti parchi cittadini disturbati da quelle onde elettromagnetiche che tu non riesci più a sopportare in grandi quantità e che ti hanno spinto ad isolarti in cittadine montuose e collinari ove il collegamento 5G o 4G non è ancora arrivato (ma mi chiedo: prima o poi anche lì arriverà e tu cosa farai? Dove troverai requie alla tua sofferenza?)

Il tuo spirito rimane immutato: l’amore per il bello, per le cose semplici, per i tuoi gatti, per la pittura e per l’arte in generale che in qualche modo ti ha riavvicinato alla fede, a Maria, alle Chiese dove senti di essere a casa e di trovare sollievo al tuo dolore e alla tua inquietudine.

Quello che ci ripromettevamo sarebbe diventato un futuro, resta ad oggi un passato, una bella utopia romantica che abbiamo coltivato assieme per brevi periodi in questi lunghi anni.

Spero che però tu abbia un ricordo piacevole di me, dei miei discorsi a volte strani, ma che credo abbiano in qualche modo segnato e influenzato il tuo cammino, forse anche talvolta con dolore, ma alla fine riconosci tu stessa che rimanere tra le calde e accoglienti mura familiari si sarebbe rivelata una soluzione di ripiego e non avresti affrontato la vita, con tutto quello che essa comporta.

In me il desiderio ha fatto posto alla preghiera, al ricordo, al pensiero tutte le volte che torno in quei luoghi, soprattutto le chiese, in cui ho pregato per te e ho acceso una candela in un viaggio quasi rohmeriano, dove la casa del Padre è la casa dell’uomo, ove è possibile che grazie all’intercessione di Maria, l’uomo capisca la volontà di Dio e ritrovi sé stesso.

Qualche volta parlavamo di queste cose, ti parlavo della mia passione per il cinema francese, per la Nouvelle Vague, per Eric Rohmer in particolare perché era riuscito a cogliere con i suoi film il lato romantico della vita e a rappresentare quella gioventù alla ricerca di un’identità, e mai priva di speranza come ad esempio nel suo film Il Raggio verde, Leone d’Oro a Venezia.

Non voglio dimenticarti, perché il tuo esistere ed il tuo vivere pur nella lontananza hanno dato un senso e una direzione alla mia vita, nonostante poi non ci sia stata quell’occasione che probabilmente avrebbe cambiato le nostre vite, ma è bello vivere anche così nel rammemorare e nello sperare che qualcosa in fondo ci unisce e magari un domani ci darà nuove opportunità e nuove esistenze.

Riflessioni a latere di un amore mai pienamente sbocciato-settembre 2021

Questo racconto è stato pubblicato sul quotidiano La Prealpina il 25 settembre 2021

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