Scritto da Francesco Carabelli (introduzione) e Guido Caironi (escursione)
Le immagini proposte nell’articolo sono degli autori
La Val Pusteria è una delle valli più importanti dell’Alto Adige, per la sua lunghezza, oltre 100 km e per la centralità di quella che possiamo considerare il suo capoluogo, ovvero la cittadina di Brunico, oggi anche sede universitaria.
La Val Pusteria oltre ad essere molto lunga è anche molto ampia e ciò permette che sia attraversata da una linea ferroviaria internazionale che collega la linea del Brennero, staccandosene a nord di Bressanone, alla cittadina capoluogo dell’Ost-Tirol, ovvero Lienz. L’Ost-Tirol è quella parte a est dell’antico Tirolo, che dopo la divisione dovuta alla cessione dei territori sud del Tirolo all’Italia, a seguito della fine della Prima Guerra Mondiale e ai trattati di Versailles, restò a Nord, ma non rimase più contigua direttamente con il territorio tirolese occidentale (Innsbruck), divisa da questo dal territorio tirolese italiano e dal massiccio degli Alti Tauri.
Lo sbocco naturale a est di Lienz è oggi la regione della Carinzia, ai più nota per i tanti laghi che la caratterizzano, che vengono considerati il mare dell’Austria, anche per il clima estivo decisamente mediterraneo.
In questo modo è assicurato il collegamento con Vienna che segue in parte il corso di un fiume che nasce in Pusteria e finisce per sboccare nel Danubio, passando anche per la Slovenia, ossia la Drava, nota ai più per le sue acque molto pescose.
Tornando alla Val Pusteria è una valle molto importante dal punto di vista turistico, anche per la presenza di cittadine quali Dobbiaco e San Candido decisamente affascinanti per i loro centri storici, che non sono meno belli di quello di Brunico. La vicinanza con Cortina caratterizza queste cittadine che sono a questa collegate tramite strada statale (durante il secolo scorso vi era anche una ferrovia di collegamento di origine militare, dismessa poco dopo le Olimpiadi di Cortina del 1956) e risentono in qualche modo dell’influsso veneto, pur mantenendo una forte caratterizzazione autonoma.
Nelle vicinanze di Dobbiaco si trovano due laghi molto noti: il lago di Braies, diventato ancor più noto grazie ad una importante serie televisiva, ambientata sulle sue sponde e il Toblacher See, sito sulla strada che porta appunto verso Carbonin e Cortina, non lontano da un altro lago molto famoso, ma già sito in territorio bellunese, ovvero il lago di Misurina.
Ma oltre le cittadine che punteggiano la Val Pusteria e la caratterizzano, la stessa valle si incrocia con delle valli laterali che hanno una loro storia e sono molto note, anche turisticamente parlando.
Prendo come esempio la Valle Aurina che guarda verso nord e alla quale si può arrivare in pochi minuti di auto da Brunico.
Valle Aurina famosa per le sue cascate e per i suoi castelli nella zona di Campo Tures, entrambi visitabili facilmente soprattutto durante il periodo estivo.
Sempre vicino a Brunico, ma nella parte sud, affacciandosi sulla parte terminale della Val Badia, ci si può fermare alle rovine romane di San Lorenzo di Sebato.
Altre rovine di città romana si possono trovare nella parte austriaca della val Pusteria a pochi km da Lienz, ovvero ad Aguntum, unica presenza romana confermata nel Norico (attuale Austria), ovvero in cui ci siano delle vestigia evidenti della presenza imperiale latina.

A pochi km da Brunico, lungo la val Pusteria ci si imbatte anche in dei reperti geologici molto impressionanti, ovvero nelle piramidi di Perca, dei conglomerati di terra color giallastro che lasciano a bocca aperta per le loro molteplici configurazioni architettoniche.
Tra le altre valli laterali, molto nota è la Valle di Anterselva per il famoso lago dalle acque limpide e sede anche di mondiali di Biathlon durante la stagione invernale e di gare di coppa del mondo di questa specialità. La stessa Anterselva sarà luogo deputato al Biathlon per le olimpiadi di Milano-Cortina del 2026.
Da Anterselva si può passare direttamente in Austria tramite il Passo Stalle. Nella valle Pusteria invece il confine di stato quasi non si nota, dato che non c’è discontinuità apparente tra la parte italiana e quella austriaca e molto spesso le stesse famiglie hanno un ceppo in Italia e un altro in Austria.
Nella valle scorre, oltre alla strada statale e alla ferrovia, una lunga pista ciclabile, che da prima di Brunico (Rio in Pusteria) va fino a Lienz e che si può percorrere anche per piccoli tratti, approfittando poi dei treni locali, dotati di carrozze con deposito biciclette, per tornare facilmente al punto di partenza.
Segnalo per i più golosi in territorio austriaco, ma vicino al confine, lo stabilimento Loacker, contiguo alla ciclabile e da esso raggiungibile, dotato di ampio spaccio, ove acquistare dolci e wafer e soddisfare il proprio palato e quello dei nostri bimbi.
Tra le altre valli laterali alla Pusteria in territorio italiano, mi piace segnalare anche la valle che dalla cittadina di Monguelfo, caratteristica per il suo bel Castello, arriva al paese di Santa Maddalena.
E’ questa una valle minore (val Casies), ma molto bella per una natura quasi incontaminata e per i piccoli paesi che la caratterizzano ancora a misura d’uomo e poco toccati dal turismo di massa, che caratterizza invece quasi tutto il resto della val Pusteria e le sue valli laterali.
Val Pusteria significa anche sci invernale, soprattutto sul Plan de Corones che accomuna questa valle a San Vigilio in Marebbe. Entrambe hanno infatti collegamento con impianti di risalita e, per la val Pusteria anche con treno locale, con il monte che sovrasta Brunico e che è meta di sciatori professionisti e non.
Se in questa valle è meno sviluppato un’attività come la coltivazione delle mele che vediamo aver preso campo nella regione più occidentale dell’Alto Adige, penso in particolare alla Val Venosta e alla Val Martello, è presente tuttavia un’importante latteria centrale, la Drei Zinnen a Dobbiaco, che produce latticini, formaggi e jogurt di ottima qualità e buona varietà con diffusione anche nazionale oltre che regionale.
Vi è anche un’importante produzione di salumi locali, quali wurstel, viennese e speck che è tradizionale e che si avvale di grandi e piccole realtà locali.
La stagione turistica invernale è molto lunga in queste zone, ma anche quella estiva si protrae nell’autunno inoltrato fino alla metà di ottobre, prima del cambio dell’ora (da ora legale a ora solare) e delle prime nevicate. Vi è quindi la possibilità di belle passeggiate e scampagnate in bicicletta anche nel periodo tra settembre e ottobre. Molti rifugi rimangono aperti anche in questo periodo, così come gli impianti di risalita, grazie anche ad un pubblico di turisti non solo italiani, ma soprattutto tedeschi, pensionati e non, che approfittano della stagione ancora bella e di prezzi di soggiorno minori rispetto ai mesi estivi.
Lascio ora la parola al nostro Guido Caironi che ci parlerà delle bellezze delle Dolomiti di Sesto, che caratterizzano la montagne vicine alla cittadina che da loro il nome che si raggiunge al termine della Val Pusteria in direzione del Cadore e del passo di Monte Croce di Comelico, che divide i due versanti, quello altoatesino, da quello bellunese.
La Strada degli Alpini
Nei pressi della Val Pusteria è possibile cimentarsi in una avventura a dir poco mozzafiato, lunga e faticosa e da compiersi solo se si è padroni della camminata in montagna e se si dispone dell’adeguata attrezzatura (kit da ferrata, imbrago e casco), percorrendo la famosissima Strada degli Alpini, o Alpinisteig. Si tratta di un “sentiero” attrezzato (con una possibile variante ferrata, qui soltanto accennata) che segue la grande Cengia della Salvezza, adoperata durante la Grande Guerra dagli alpini, per collegare la Forcella Giralba al Passo della Sentinella, in quanto impossibilitati a percorrere la più facile ma ben difesa strada del Passo di Monte Croce di Comelico. Attraverso cenge, rocce, corde metalliche e passerelle si affronterà, previa la già citata adeguata preparazione tecnica e fisica, una escursione magnifica, inserita nelle stupende Dolomiti di Sesto. È inoltre fondamentale dotarsi della cartografia locale, preferibilmente in formato 1:25.000, in quanto il percorso è intuitivo ma molto articolato e deve pertanto essere studiato “a tavolino” prima di intraprenderne la marcia.
Da Sesto si segue la strada per Moso e ci si avvia verso la funivia dei Prati di Croda Rossa, che si utilizza per ridurre di molto il dislivello in salita, giungendo rapidamente presso la Rudi Hütte. Da qui inizia il lungo percorso, seguendo in direzione sud il sentiero ben marcato e deviando poi a destra lungo il segnavia n. 100. Tenendo sul lato sinistro (faccia a monte) il Coston di Croda Rossa si prosegue verso sud fino alla quota 2078 m, ove si incontra un sentiero che scende alla propria destra. Ovviamente lo si ignora, seguendo ora il segnavia 124 ed entrando nel Vallon del Passo Sentinella, ampio circo glaciale, ora detritico, che si costeggia fino alla salita a Forcella Undici. All’inizio del circo detritico è possibile piegare in salita a sinistra, per tracce, se si desidera affrontare una variante nota come ferrata della Sentinella, più difficile e complessa, la quale conduce, per l’appunto, al Passo della Sentinella (scegliere questo itinerario soltanto se ben preparati tecnicamente e allenati, in quanto sarà necessario affrontare passaggi molto esposti, più tecnici e con la possibilità di incontrare neve e ghiaccio residui, ove pertanto può essere indispensabile disporre di piccozza e ramponi). Tale ferrata permette di unire quindi, attraversando un bellissimo itinerario aiutati da scale, corde fisse e passerelle, spesso molto “arieggiate”, il Passo della Sentinella con la Forcella Undici.
Da Forcella Undici (2716 m) si prosegue verso sud, sul segnavia 101, iniziando la vera e propria Alpinisteig. Dapprima si transita al di sotto di Cima Undici, affrontando un percorso su cengia e sentiero, non difficile, ma a tratti esposto, sino alle propaggini di Torre Undici, ove inizia il vero e proprio percorso attrezzato, da affrontare solo dopo aver indossato l’adeguata attrezzatura. Costoni su cengia molto esposti si alternano a residui nevai (prestare attenzione), attraversando la Busa di Fuori e continuando sulla spettacolare grande cengia descritta all’inizio della presente relazione. Ci si abbassa per superare un tetto roccioso e una passerella in legno e si prosegue sino a transitare al di sotto della cosiddetta Spada, una conformazione rocciosa che sovrasta l’ultimo tratto della grande cengia. Si continua quindi lungo il sentiero 101, attraversando un ampio anfiteatro verso destra, al cospetto del Monte Popera (che sta alla sinistra dell’escursionista). Si ignora il bivio verso sinistra che porterebbe alla Forcella Giralba e si prosegue in discesa, fino al rifugio Zsigmondy (Comici Hütte), quotato a 2224 metri di altitudine. Da qui si segue verso nord il segnavia 103, percorrendo il versante sinistro orografico della lunga Val Fiscalina, per toccare poi, stanchi ma rasserenati dall’avventura appena trascorsa, la Talschlusshütte (rifugio al Fondovalle) a 1548 metri. Un ultimo lungo sforzo, questa volta su ampia carrareccia, permette di rientrare dopo una intera giornata di cammino, al punto di partenza.
Come detto l’intero percorso deve essere affrontato solo dopo adeguata preparazione, magari informandosi sulle condizioni dello stesso prima di intraprendere la camminata (ghiaccio o neve residui a inizio e media stagione), o preferendo l’accompagnamento da parte di una Guida Alpina.
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano La prealpina con alcune modifiche il giorno 26 settembre 2021
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