
Une Jeune Fille Qui Va Bien – Francia 2021 – di Sandrine Kimberlain
Drammatico/Storico – 98′
Scritto da Valentina Di Martino (fonte immagine: ufficio stampa Torino Film Festival)
Parigi, estate 1942. Irene è una giovane ebrea diciannovenne piena di energie. La sua famiglia la vede crescere e scoprire il mondo, tra nuovi amici, l’incontro con l’amore, la passione per il teatro. Irene vorrebbe diventare un’attrice, e vive la sua vita con la tipica spensieratezza della giovinezza. Ma non sa che potrebbe avere i giorni contati.
Quando ho letto la trama ho pensato potesse essere l’ennesimo film sul nazismo… sì, ebbene, l’ho pensato e mi sbagliavo e sono felice di averlo visto e di potervi dire senza indugio che è un film da vedere.
Irene (Rebecca Marder) è una protagonista forte, guidata da una passione smisurata per la recitazione e il teatro, che viene presentata sin dalle prime scene attraverso molte sfumature. L’attrice in erba, civettuola ed esuberante con i compagni di classe. L’impiegata diligente e seriosa presso il teatro in cui fa la maschera di sala. La ragazza un po’ pedante, dolce e ingenua tra le mura di casa con il padre, la nonna e il fratello maggiore.
Già da qui, dalla profondità con cui viene presentata Irene ci si sente attirati dentro la sua vita, a sentire i fremiti che sente lei e questa smisurata energia che traspare dal suo incedere leggero come una danza o pesante e rumoroso come quello di un militare. Irene canta, ride, si impappina davanti al ragazzo che le piace e poi si innamora e osa perché è coraggiosa e fa sorridere anche se man mano che la sua storia ci viene raccontata, in parallelo, di soppiatto un’altra storia s’insinua nella sua, più conosciuta e decisamente terribile.
Come un’ombra si insinuano sotto le porte le prime fasi delle leggi razziali e con esse la tensione sale nel padre di Irene che vuole obbedire per non passare guai, nella nonna che invece vorrebbe ribellarsi e nel fratello che prova vergogna e rabbia. Anche Irene subisce e ingoia e spinge in fondo al cuore come può e finché può. Fino agli ultimi, terribili, secondi che la vedono protagonista.
Il film dell’eclettica regista Kiberlain ha un ritmo che non ti aspetti, un crescendo nei tumultuosi umori della protagonista Irene, una protagonista eccessiva nelle sue passioni, goffa e anche tenera nel suo incespicare nell’età della crescita.
Forte anche di una bella colonna sonora A Radiant Girl è un film fatto di piccoli momenti, di sentimenti enormi e universali. Guardiamo Irene e la sua gioia di vivere e la sua fiducia ed entusiasmo nel futuro nonostante sappiamo tutti cosa storicamente sia successo da quel 1942 in poi e ci immedesimiamo grazie a questo sguardo limpido e unico di Sandrine Kimberlain.
Voto: 9
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