Scritto da Francesco Carabelli (fonte immagine: http://www.suedtirolerland.it)
E adesso che il tuo desiderio è diventato realtà? Adesso che quello che avevi sognato, quello che avevo percepito essere il tuo destino, tanti anni fa, è un esistere concreto, cosa succederà? Cosa ancora di bello ha in serbo la vita per te?
Sono qui a casa mia, fuori fa molto freddo, è inizio dicembre, ascolto Kid A mnesia dei Radiohead, i cd sono arrivati oggi dall’Inghilterra. Sono felice, felice per te, felice perché almeno il tuo sogno, il sogno per cui hai tanto lottato non è più un’utopia.
Non avrò mai quella felicità, ma gioisco per te e, in qualche modo, tramite la tua realizzazione, vedo il realizzarsi della mia vita.
Rileggevo in settimana dei passi di miei scritti in tedesco, pubblicati un paio di anni fa su facebook: non saremo mai una cosa sola, non saremo mai amanti o fidanzati o marito e moglie, le mie scelte, le tue scelte, ci hanno portato altrove, ci hanno fatto fare esperienze che ci hanno formato e ci hanno fatto maturare. Forse avrebbe potuto andare diversamente, se solo avessi avuto coraggio in alcuni frangenti, se avessi cambiato il mio atteggiamento di pormi al mondo, con più sicurezza e con meno dubbi, con più apertura e meno timori. Quante scelte sbagliate, quante volte ho rinunciato alla felicità perché temevo un rifiuto, perché temevo di non essere all’altezza, per poi ripartire dal basso, dai gradini iniziali della scala e poi ricadere e ripartire di nuovo!
Vivo forse in una sorta di limbo, guardando la vita degli altri e cercando di lasciare un piccolo segno là dove riesco, là dove arrivo. Forse è poco, potrei fare molto di più, potrei avere una mia famiglia, dei figli, una moglie, ma riconosco di avere dei limiti, di essere fragile, di dover chiedere perdono per i miei atteggiamenti, di dover cambiare ancora, nonostante gli sforzi di questi anni.
Ma in fondo al nostro percorso c’è qualcuno che ci attende, c’è qualcuno che ci accompagna, che ci ascolta, che ci conosce fin dal principio, perché è il senso, l’origine e la direzione del nostro essere, la ragione per cui siamo al mondo e nel mondo. Anche i capelli del nostro capo sono contati e Lui ci ama nonostante i nostri difetti e il nostro rinnegarlo, nonostante la nostra superficialità e l’abbandonarci ai nostri desideri più volgari e triviali.
Non ho mai più provato quella sensazione di essere amato con totale gratuità che vissi in quei lontani giorni, ma indubbiamente mi ha fatto crescere, mi ha fatto capire a cosa dovevo mirare, su chi potevo contare, chi erano gli amici veri e chi invece voleva solo approfittarne.
C’è voluto del tempo per ammetterlo, passare dalle forche caudine del dolore fisico e psicologico, dall’incomprensione e ancora oggi da quella lotta continua che è la vita, consapevoli che solo in Lui troveremo requie alla nostra ricerca. Ma siamo certi che non è un inganno: Lui è venuto nel mondo per condividere il nostro dolore, si è fatto carne per vivere la nostra carne e condividerne le gioie e i dolori e dirci che la nostra vita ha un significato e non finisce con la nostra morte.
Il Cristianesimo non è una religione, qualcosa che lega (re-ligio), ma un incontro, l’incontro con coloro che riconoscono in Cristo il senso e il significato profondo dell’essere uomini e donne e che con il loro amore sono segno della presenza di Dio nel mondo, luce per chi è nel buio, sapore (sapio) per chi è incapace di distinguere il cibo buono da quello cattivo: sale del mondo in un mondo insipido.
Incontro come apertura, apertura al mondo, apertura all’altro, apertura a nuove possibilità di esistere fuori dal grembo dell’essere.
Quel giorno in te ho visto questo amore, ho riconosciuto in te il volto del Cristo e ho iniziato a pormi quelle domande che mai mi ero posto prima. Come ti scrissi il nostro amore vive di questa apertura al mondo, è più un amore cristiano (agape) che non (eros), è un amore fraterno che sopravvive alle derive carnali delle coppie, perché ha delle fondamenta altre. In te ho visto Lui e pensando a te penso a Lui, nella speranza un giorno di contemplarlo assieme quando rivedremo le stelle.
Buona Natale di Cristo, Elisa!
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