La descrizione di un attimo

Scritto da Francesco Carabelli

Quando si ama non si sceglie, si è scelti.

E così fu anche per me. Un millennio si chiudeva e un nuovo secolo iniziava. Eravamo ancora innocenti, non sapevamo che di lì a qualche mese le Torri gemelle sarebbero cadute e, con loro, il predominio del mondo occidentale e del suo pensiero.

Vivevamo felici, gustando i piccoli cambiamenti della modernità come la connessione a 56 k o il primo Grande fratello in tv.

Era un 25 aprile come tanti. Festa nazionale, festa della liberazione, festa da trascorrere con gli amici pranzando, magari grigliando e chiacchierando tirando sera con il sottofondo di una chitarra.

Quel giorno nel bene o nel male ha cambiato la mia vita.

Fino ad allora ero stato certo che avrei amato solo una donna, quella donna che tanto aveva inciso nella mia adolescenza e che ancora cercavo disperatamente nel volto delle ragazze che incontravo.

Tante volte confrontandomi con gli amici avevo detto che nei miei pensieri c’era solo lei o nulla. Nessuna      altra alternativa.

Ma poi mi sono innamorato di nuovo, di una ragazza in carne ed ossa, qualcuno con cui parlare e confrontarsi nell’oggi.

È stato breve, ma molto intenso. Un amore impossibile, forse per la differenza di età che non era certo molta, ma con poco più di 20 anni ero proiettato nel mondo degli adulti, mentre tu vivevi una tarda adolescenza, pronta a sbocciare in gioventù.

Non so come sia avvenuto, mi sono fidato, ho avuto fiducia, credevo sarebbe stato facile, ma così non è stato.

Ci parlavamo, ci conoscevamo poco per volta, tu mi piacevi, sembravi apprezzarmi ma mi accorgevo che avevi timore. Facevi la carina con me, mi prestavi attenzione, ma forse io ho travisato un naturale interesse verso l’altro con un innamoramento.

Da quel 25 aprile abbiamo iniziato a frequentarci perché eravamo parte della stessa compagnia di giovani. Tanti momenti conviviali, tante uscite, tanta musica, tante serate danzanti.

Mi ricordo di un frangente che forse racchiude la nostra storia se mai posso chiamarla tale, se tu ora donna, mi permettessi di chiamarla tale: un sabato sera eravamo ad una festa e per la prima volta risuonò una canzone tanto di moda in quel periodo, ovvero La descrizione di un attimo del gruppo romano Tiromancino.

Quel momento ci segnò, capimmo che il nostro amore era un’utopia. Se quell’attimo fosse durato in eterno forse ci saremmo amati di un amore tendente all’infinito, un amore tutto carnale, un desiderio profondo di condividere la vita con l’altro, ma quell’istante profondo e infinito era solo un istante che avremmo poi effettivamente superato andando ognuno in direzione diversa.

Forse come diceva la canzone ci saremmo rincontrati e ancora avremmo vissuto quell’istante profondo credendo che il nostro amore sarebbe sopravvissuto.

Così sicuramente è stato.

È stato un amore con una forte chimica, una forte attrattiva che ha segnato indubitabilmente il mio modo di essere e stare al mondo, anche per la sofferenza che ho vissuto in seguito, e che probabilmente tu hai solo percepito ironizzandoci su o sdrammatizzando, ma che ancora porta strascichi nella mia vita nel bene e nel male.

Come tu puoi solo immaginare cosa c’è stato dopo nella mia vita, io posso solo immaginare il perché questo innamoramento non è diventato amore, quali ragioni ti hanno mosso nelle tue scelte di vita e nelle tue frequentazioni.

Guardando a distanza di anni quello che è stato potrei definirlo un amour fou, un amore di gioventù che della gioventù vive ma che non ha le fondamenta per crescere e maturare e diventare dono reciproco o amore responsabile. Era un amore irrazionale, un amore eccessivo e giustamente così come è nato è scemato col tempo fino a dissolversi nei versi di una canzone o nel ricordo di un racconto.

Ma devo comunque confessare che per me tu sei stata importante e mi hai fatto fare un passo in avanti dall’ideale al reale, dall’amore pensato all’amore vissuto e per questo ti ringrazio e voglio scusarmi se talvolta sono stato eccessivo nei modi o nelle parole; era il mio modo di esprimermi, forse incapace di placare la foga dell’innamoramento indirizzandola verso qualcosa di più vero e meno utopico, verso un amore con la A maiuscola.

Per me sei ancora quella ragazza sincera e schiva capace di farmi innamorare, capace di mettermi in subbuglio facendomi scontrare con i miei limiti e costringermi a fare un riorientamento della mia vita a 360 gradi.

Grazie L.

 

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