Cara Monica, prendo a prestito il titolo di un romanzo di Raymond Chandler (Farewell, My Lovely, 1940) per dedicarti un personale ricordo: ti ho amato come si può amare un’attrice conosciuta semplicemente attraverso la visione dei suoi film, usufruendo della magia immaginifica propria del cinema, rimanendo ogni volta ammaliato da quel tuo fascino così naturale, lontano anni luce da un divismo artefatto, magari costruito a tavolino, esaltato da un semplice sguardo o da un candido sorriso, ma soprattutto dalla tua ironia ed autoironia, ulteriore corollario ad uno stile invidiabile, con quella ineffabile eleganza scenica sempre e comunque giocata sulla discrezione, nella capacità di passare con disinvoltura dal tragico al comico, coniugando poliedricità e duttilità. Il tuo nome in realtà sarebbe Maria Luisa Ceciarelli: a quanto riportato in vari testi Monica era il nome della protagonista di un libro che stavi leggendo, mentre Vitti…
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