Tra Lario e Ceresio alla scoperta del bello

foto di Francesco Carabelli

Scritto da Francesco Carabelli (introduzione) e Guido Caironi (escursione)

La zona di Porlezza, sulla sponda orientale e comasca del lago di Lugano, è ai più nota perché è ivi ambientato il famoso romanzo di stampo risorgimentale Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro, scrittore di origine venete, ma che ha a lungo vissuto nella famosa Villa Fogazzaro Roi ad Oria di Valsolda, villa oggi gestita dal FAI, e set anche cinematografico per i film sul romanzo (il più noto è Piccolo Mondo antico di Mario Soldati girato qui nel 1941 con la giovane diva Alida Valli tra gli attori protagonisti).

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È questa una zona molto particolare. Una comoda strada la collega al lago di Como, a Menaggio, e una volta vi era pure una ferrovia che univa Porlezza alla cittadina lariana, permettendo un collegamento con i mezzi pubblici (treno più battelli) tra la sponda comasca del Lario e la città di Lugano, anche in ragione del fatto che non esisteva una strada carrozzabile tra Porlezza e Lugano, che è stata costruita solo nel 1939.

Oggi rimangono i battelli sui due laghi, ma la ferrovia e il suo sedime non esistono più. In compenso è rimasta la vocazione turistica con una buona offerta di campeggi che lambiscono la costa in direzione della Val d’Intelvi e di strutture ricettive in genere.

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La cittadina di Porlezza è caratteristica per il suo antico centro storico, ricco di negozietti e bar ristoranti che offrono ristoro al viandante. Il sabato, i turisti affollano il mercato degli ambulanti, mercato che è sicuramente di rilievo e risulta molto attrattivo soprattutto per un pubblico straniero alla ricerca di buoni prodotti a prezzi accessibili. Penso in particolare ai turisti svizzeri e a quelli tedeschi che decidono di soggiornare sul lago di Lugano, in Italia o anche in Canton Ticino, oggi facilmente raggiungibile con strada carrozzabile tramite la dogana di Gandria, che collega a nord la costa comasca con quella svizzero-italiana, permettendo di arrivare velocemente a Lugano, importante centro economico e culturale per tutta la zona (si pensi all’ USI e al LAC o alla RSI).

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A Porlezza era sito fino a qualche decennio fa un collegio arcivescovile della diocesi di Milano, di cui questa zona fa parte, nonostante amministrativamente sia sotto la provincia di Como.

Molti nostri concittadini hanno studiato qui o vi hanno insegnato, magari i nostri nonni o qualche prete che abbiamo conosciuto. Molti erano, infatti, i giovani che le famiglie preferivano affidare, anche per questioni economiche e per garantirne la formazione scolastica, altrimenti impossibile, a questi istituti diocesani, che si preoccupavano della crescita, non solo intellettuale, ma anche morale e religioso-spirituale, degli studenti.

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Da visitare nel centro storico di Porlezza la Chiesa della Beata Vergine di Caravaggio e la Chiesa prepositurale di San Vittore.

Comunque, tutta la zona di Porlezza e dintorni, a partire dalla Valsolda è ricca di monumenti religiosi e civili che meritano una visita e di cui possiamo facilmente informarci anche tramite internet, per avere un primo approccio con l’offerta turistica di questa area.

Per farvi un’idea di ciò che si può visitare può aiutare anche un servizio televisivo divulgativo, dal titolo Quel Piccolo mondo antico, andato in onda tre anni fa sulla TV Svizzera italiana RSI, all’interno della trasmissione Svizzera e dintorni, e ora disponibile a questo link https://www.rsi.ch/play/tv/svizzera-e-dintorni/video/quel-piccolo-mondo-antico?urn=urn:rsi:video:11274648 o sulla app RSI Play, funzionante anche in Italia e scaricabile per cellulari Android o Apple.

Segnalo tra le località più interessanti da visitare, sulla sponda sud del lago di Lugano, in direzione della valle di Intelvi, la località di Santa Margherita, raggiungibile solo con imbarcazioni (in alcuni periodi dell’anno). Ivi ci sono alcune ville private, ma il paese, che fa parte del comune di Valsolda, non è abitato con continuità e i collegamenti mezzo terra sono inesistenti. Anni fa, alcuni sentieri la collegavano ad Osteno e alla Val d’Intelvi, ma ora non sono più percorribili a causa di frane e a causa dell’estendersi della vegetazione.

Come già scritto in un precedente articolo, esisteva anche un collegamento con funicolare con il Belvedere della Sighignola, ma negli anni ’70, per calo di afflusso turistico, la funicolare chiuse al pubblico e ne rimangono tutt’ora le vestigia, i binari e le carrozze, oltre che le stazioni.

Nella zona, da segnalare, anche la bellezza naturale delle grotte di Rescia ad Osteno, che offrono un percorso didattico e naturalistico per conoscere l’origine e la formazione geologica delle stesse con pannelli espositivi in diverse lingue. Nel periodo natalizio si svolge di solito l’evento Natale in Grotta, dedicato soprattutto alle famiglie e ai bimbi.

Ritornando verso Como, ci possiamo fermare nella vicina Menaggio, per visitarne il bel centro storico e per goderci il sole nel suo lido in riva al Lario.

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Nella zona di Menaggio segnaliamo anche la presenza, sulle alture che sovrastano la cittadina, di alcune fortificazioni e trincee, facenti parte della linea Cadorna, di cui abbiamo ampiamente parlato nei nostri articoli precedenti. Da queste trincee, molto ben conservate, e visitabili facilmente, si può salire poi in pochi minuti, con breve sentiero, alla zona della terrazza panoramica de La Crocetta, da dove si può godere di una bellissima vista sul Lago di Como e sulla sottostante Menaggio.

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In località La Crocetta è sita pure la Chiesetta degli Alpini dedicata a San Maurizio, che merita anch’essa una visita.

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Lascio ora la parola all’amico Guido Caironi che ci proporrà una escursione in queste zone a cavallo tra i due laghi, ovvero il Ceresio e il lago di Como.

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Il Monte Crocione

Abilmente citate dall’amico Francesco, anche nella zona di Menaggio sorgono interessanti complessi risalenti alla Grande Guerra e ricontemplate nei percorsi che permettono di visitare la Linea Cadorna. Per unire un interesse storico a una più ampia visione dell’insieme del bacino Lariano (con vista, peraltro, sulla val Menaggina e sulla porzione comasca del Ceresio), viene proposta la lunga escursione al Monte Crocione, elevazione che svetta al di sopra del Comune di Menaggio.

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Raggiunto in auto Menaggio si risale sino alla frazione Croce (o viceversa la si raggiunge direttamente se si prosegue da Porlezza); nei pressi della chiesetta che sorge a fianco della strada, è necessario seguire le indicazioni per il campo da golf. Si prosegue sino a uno spiazzo poco oltre l’accesso per il Golf Club (sulla sinistra). Si continua lungo la stradina che dapprima si presenta con fondo cementato, si oltrepassa una sbarra e, sempre percorrendo tale tracciato (indicazioni sentiero n. 2), si sale alla sella della Bocchetta di Nava e alle baite ivi presenti. Si scende lungo il versante opposto della bocchetta, ritornando poi lungo il tracciato principale. Si cammina ora su di una importante mulattiera, di origine ovviamente militare e sulla quale è stato tracciato il famosissimo percorso della Via dei Monti Lariani (che conduce da Cernobbio a Gravedona). Si sale con pendenza mai eccessiva sino a transitare al di sotto della “grande falesia”, quella grande fascia rocciosa che è visibile da ogni punto del Lago di Como, proprio sulle pendici del Monte Crocione. Pur essendo presenti alcune tracce di passaggio, non si deve per nessuna ragione risalire il canalino roccioso posto a destra dell’imbocco della galleria (pericolosissimo) ma, provvisti di una fonte di luce, è necessario attraversare la galleria stessa.

Usciti nuovamente all’aria aperta, sempre su mulattiera lastricata, si risale per numerosi tornanti, addentrandosi nella boscaglia, in dolce salita. Qui si dispiega la bellezza ingegneristica della strada militare, purtroppo al giorno d’oggi in molti tratti franata o ostruita (ma comunque sempre percorribile).

Il tracciato piega a un certo punto decisamente a destra, transitando lungo il versante meridionale del Monte. Tralasciando le spesso numerose varianti (seguire sempre il percorso principale), ci si avvicina al crinale della montagna, si piega a sinistra e ci si porta al di sotto del cono erboso che sostiene la vetta.

Spostandosi verso il crinale di destra si risale direttamente e con impegno l’erto pendio erboso (è presente una malcelata traccia) e, con un poco di fatica, si raggiunge la vetta del Monte Crocione e la sua grande croce (più o meno quattro ore dalla partenza). Il ritorno avviene per la stessa via in circa due ore e quarantacinque. Il dislivello in salita, di 1250 metri, richiede ovviamente un discreto allenamento, per poter affrontare l’escursione in tranquillità.

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