Don Camillo

fonte immagine: amazon.it

Don Camillo – Italia/Francia 1952 – di Julien Duvivier

Commedia – 96′

Scritto da Messua Mazzetto

Sono passati ben 70 anni da quando il primo film di Don Camillo è uscito nelle sale italiane, e oggi come allora questa pellicola riesce ancora ad incantare e a sorprendere per la sua semplicità e per i suoi valori interni. La trama è quella che viene delineata anche nei libri di Giovannino Guareschi, sono storie semplici, di un paesino semplice che si trova sulla riva del Po. 

I protagonisti sono due: il parroco Don Camillo e il sindaco Giuseppe Botazzi soprannominato da tutti Peppone.

Il film fa parte delle storia, reso immortale da tanti piccoli dettagli. Le musiche di Alessandro Cicognini sono malinconiche e sognanti, il tema di Don Camillo verrà ripreso in tutti i capitoli della serie cinematografica diventando così facilmente memorizzabile e riconoscibile. Fernandel (nei panni di Don Camillo) e Gino Cervi (nei panni del sindaco Peppone) riescono a “sposarsi” all’interno del film alla perfezione. Basta uno sguardo, un gesto tra i due per creare l’atmosfera ed il clima giusto.

Gino Cervi in origine aveva fatto il provino per interpretare il ruolo del parroco, di Don Camillo ma in sede di casting capirono che poteva essere più adatto per il ruolo del sindaco Peppone. Un’altra curiosità; lo stesso Giovannino Guareschi aveva provato a fare il casting per il ruolo di Peppone ma fu rifiutato dal regista. Guareschi rimase comunque come consulente per aiutare la troupe nelle riprese del film.

Fernandel divenne infine il prescelto per il ruolo del mitico sacerdote, un prete in grado di fare della politica ma in un modo diverso, tutelando gli interessi del proprio popolo.

Il paese che fa da sfondo al film è Brescello, paese che ancora oggi porta i segni e la fama di questa saga che l’ha reso celebre in tutta Italia e anche all’estero. Non dobbiamo dimenticare che il primo film porta infatti la firma di un regista francese Julien Duvivier (che dirigerà anche il secondo capitolo “Il ritorno di Don Camillo”). 

Le luci e le inquadrature sono varie, attaccate ai volti e ai corpi dei protagonisti in alcune sequenze indimenticabili, basti pensare al discorso del neo eletto sindaco Peppone all’inizio del film dove si intervallano inquadrature sui volti dei due protagonisti con riprese aeree ampie. Il film fu innovativo per l’epoca e in diverse scene l’uso di comparse fu così massiccio che oltre ad attori vennero coinvolti anche i veri cittadini della Brescello dell’epoca.

Le discordie tra Don Camillo e Peppone sono discordie bonarie, di questioni leggere e anche di un certo spessore talvolta; ma alla fine a trionfarla è sempre il bene comune ed è palese il rapporto di amicizia e stima che i due provano l’un l’altro. 

Forse è proprio questo il segreto del film e della sua fama che continua tutt’oggi; un settantennio dopo. Valori come il bene comune e l’amicizia che per quanti anni possano passare scatenano oggi come un tempo nello spettatore quella naturale empatia. Film come Don Camillo FANNO BENE, e per questo sono destinati a non passare mai di moda.

Voto : 9

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