
Scritto da Francesco Carabelli (introduzione) e Guido Caironi (escursione)
Una zona molto turistica in passato e che vive ancora del ricordo dei fasti dei primi del ‘900 è sicuramente quella delle alture sopra Verbania, seguendo la strada per Premeno.
Ad inizio ‘900 questa zona era collegata all’imbarcadero di Verbania con una tramvia che traeva corrente da una delle prime centrali idroelettriche della zona.
Sorserò così molti alberghi e ville lussuose di cui rimangono oggi le vestigia. Alcuni parchi sono oggi aperti al pubblico e permettono di farsi un’idea dei lussi di quei signori e ricchi industriali che, di solito, dopo una vita di sacrifici, si ritiravano sul lago per godere del clima più mite in inverno e impiantavano grossi giardini con essenze esotiche o si dedicavano alla coltivazione di qualche fiore specifico, come ad esempio le camelie nella villa Anelli ad Oggebbio.
Poco distante da Premeno, a Piancavallo, sorge un importante ospedale auxologico dedicato, in particolare, a curare disturbi alimentari e l’obesità grave in bambini ed adolescenti, che possono soggiornare qui per il periodo necessario alla cura fruendo anche della scuola interna.
Non è raro vedere, in estate, i ragazzi uscire dalla struttura ospedaliera con i loro responsabili per fare delle camminate in zona. Poco distante dall’ospedale si trovano infatti alcuni manufatti della famosa Linea Cadorna, contrafforti e gallerie che ci parlano di un lontano periodo storico, ormai più di un secolo fa, quando questa fortificazione fu costruita per scopi difensivi.
Una comoda strada collega Piancavallo alla linea Cadorna. Si può fare una bella passeggiata ad anello partendo e tornando dal parcheggio dell’ospedale, visitando le gallerie della linea difensiva e poi salendo sulle alture che confinano con la Val Grande, poco distanti anche da un’attrazione come la Zipline che permette di gettarsi aggrappati ad una fune guardando dall’alto il sottostante Lago Maggiore. Nelle vicinanze si può ascendere anche al Monte Morissolo e al Monte Spalavera, godendo del panorama sulle vallate e sul lago.
Camminando lungo l’anello ci si imbatte anche in un’area picnic, con tavoli ove poter consumare un pranzo da asporto con panini e vivande preparate a casa.
Nei pressi di Piancavallo, poco prima di incontrare l’ospedale, c’è anche un belvedere con ampio parcheggio, da cui godere ulteriormente di un bellissimo panorama, affacciandosi sulla sponda lombarda nella zona oltre Luino, verso Maccagno e ove è possibile distinguere le tubature che collegano il lago Delio e la sua centrale idroelettrica al Verbano.
Un bellissimo panorama si può osservare anche dalle vicine cittadine di Cannobio e di Cannero. Cannobio è caratteristica per il suo centro storico ben conservato con portici e locali destinati ad un pubblico soprattutto di turisti stranieri, che vedono nella località rivierasca il primo approdo per poter godere della bella vita italiana e non lesinano in spese per mangiare in un buon ristorante, per bere del buon vino o gustare un ottimo gelato italiano da passeggio o seduti in qualche locale alla moda.
Segnalo vicino al centro storico il grazioso santuario della Ss. Pietà e la gradevole passeggiata a lago con le tante panchine in sasso, ove fermarsi per godere della brezza lacustre, o le spiaggette in erba, ove fare un bagno in estate o comunque con la bella stagione.
La domenica si tiene anche un famoso mercato che ha pari importanza di quello di Luino per attrattiva soprattutto verso i clienti svizzeri e tedeschi.
Più a sud, lungo la rivierasca per rientrare a Verbania, ci imbattiamo in Cannero, che con la sua penisola si sporge sul lago Maggiore e offre con le sue coste delle belle e ampie spiagge, sempre molto affollate in estate.
Dietro la spiaggia che guarda a sud si trova il parco degli agrumi, che caratterizzano questa località di lago e che hanno una lunga storia alle spalle. Ogni anno vi si tiene una Mostra degli agrumi, di solito nel mese di marzo, che vede l’esposizione al pubblico di limoni e altre essenze tipiche del posto. Qui le prime coltivazioni risalgono al 1500, quando questa zona era ancora sotto il dominio milanese. Vestigia di questa dominazione si trovano ancora a Cannobio nelle cui chiese, pur facendo esse parte della diocesi di Novara, si svolgono le funzioni religiose con rito ambrosiano e non con rito romano.
Tra Cannobio e Cannero guardando dalla costa verso il centro del lago ci imbattiamo nel cantiere sempre aperto dei castelli di Cannero, ricordo del dominio dei Borromeo anche in queste zone.
Da Cannobio parte la stretta e sinuosa Val Cannobina che sbocca nella Val Vigezzo a Malesco ed è ai più nota perché molto frequentata, soprattutto con le prime piogge autunnali, dai cercatori di funghi che si inerpicano per monti e boschi alla ricerca di pregiati porcini o altri funghi edibili.
Questa valle fu luogo della guerra partigiana e legò le proprie sorti all’effimera Repubblica dell’Ossola.
Di questa valle e dei suoi dintorni ne parla anche Piero Chiara in un suo racconto della raccolta L’uovo al cianuro e altre storie, dal titolo Il Luraghi incatenato, ambientato nei giorni della Seconda Guerra Mondiale prima della caduta del fascismo.
Queste zone sono anche i luoghi ove si svolgono le vicende di un recente romanzo della scrittrice romana Chiara Moscardelli, che ha soggiornato a Trarego Viggiona nel periodo del covid e qui ha tratto ispirazione per il suo libro La ragazza che cancellava i ricordi, uscito quest’anno per i tipi di Einaudi.
A Cannero le architetture sono più moderne, dato che la zona centrale è occupata da un grosso complesso turistico residenziale di proprietà di un grande gruppo svizzero di hotel e residence, che ha trovato nella cittadina un luogo molto appetibile per la sua clientela, che può godere di prezzi più competitivi che in Ticino, e può vivere l’ospitalità italica con tutto ciò che essa comporta in termini enogastronomici e di offerta prettamente turistica data la vicinanza dell’Ossola, di Verbania e di Stresa.
Lascio dunque spazio al mio collega ed amico Guido Caironi, affinché ci possa proporre qualche valida escursione anche in queste zone che meritano la nostra attenzione e possono essere facilmente meta di una gita domenicale o di qualche giorno di riposo lontano dalla vita lavorativa frenetica di tutti i giorni.
Camminando sopra Cannobio: il Monte Carza
Questo divertente percorso ad anello permette di apprezzare l’immediato entroterra della Val Vigezzo, proprio alle spalle e sopra l’abitato di Cannobio, conducendo un percorso ad anello non difficile, dapprima in un bel castagneto, per uscire poi dal bosco soltanto verso la vetta.
Giungendo dall’Italia si incontra un ampio parcheggio sulla sinistra, nei pressi di una stazione di rifornimento; si può anche poco oltre voltare a sinistra (strada per la Val Vigezzo) e ritrovare un nuovo e forse più ampio punto di sosta.
Da questo secondo parcheggio si prosegue lungo la strada per la Val Vigezzo, a piedi, sino ad incontrare, sulla sinistra Via Casali Bagnara, che va percorsa. Poco oltre una nuova palina ci chiede di voltarci a destra. Al termine di alcune abitazioni si inizia il vero e proprio sentiero di salita nel bosco. Si ascende in ripida pendenza, guidati dai bolli colorati, fino alla località Platè, dove il sentiero, nei pressi di alcuni ruderi, piega a sinistra. Ci si ritrova più in alto su di un’ampia mulattiera, da percorrere fino all’incontro con un grande deposito di legname. Si abbandona la mulattiera seguendo i bolli a vernice sul sentiero di sinistra, giungendo in un’ora e un quarto alla località “acqua minerale”. Si sale lungo una vecchia staccionata, proseguendo poi lungo la linea di ascesa di massima pendenza, sempre guidati dai bolli. Giunti nei pressi di una baita si ignora la deviazione per Viggiona e più oltre si raggiunge PraRedond (due ore e un quarto). Si sale ancora lungo la massima pendenza, raggiungendo una palina e piegando a sinistra si perviene alla vetta del Monte Carza (due ore e cinquanta minuti, quota 1116 m s.l.m.).
Proseguendo sul versante opposto rispetto a quello appena battuto si incontra una cappella. Un sentiero abbastanza ripido scende a sinistra (viene percorso anche da utenti con mountain bike, quindi prestare attenzione). Più in basso, evitando deviazioni, si piega a destra lungo il sentiero principale. Si segue ora una strada cementata, fino ad un bivio. Si volta a sinistra, continuando a camminare e incrociando le indicazioni per Viggiona. Si piega a destra, costeggiando una radura e delle fatiscenti ma affascinanti baite, continuando diritti ed evitando qualsiasi deviazione ad eventuali bivi e si perviene all’abitato di Viggiona e alla sua Chiesa, raggiunta in quattro ore di cammino complessivo.
Dalla prepositurale di Viggiona si piega a sinistra individuando poco oltre le paline indicatrici per Cannobio ed immettendosi sul sentiero verso il basso, da battere, ignorando deviazioni non programmate. Il sentiero, sempre più largo (oramai praticamente una mulattiera), raggiunge la frazione di Molineggi e prosegue fino all’abitato di Solivo. Qui un cartello indica la direzione per rientrare a Cannobio in cinque ore e quindici/trenta minuti totali, avendo compiuto un dislivello in salita di 980 metri.
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