Conoscendo la Val Vigezzo


Foto di Francesco Carabelli

Scritto da Francesco Carabelli (introduzione) e Guido Caironi (escursione)

Una valle ossolana molto frequentata sia in estate che in inverno e luogo di villeggiatura per molti varesini e varesotti è sicuramente la Val Vigezzo, che a differenza di molte altre valli Ossola e, è raggiungibile in quasi ogni sua località anche per mezzo del treno. Nella valle si trova la ferrovia che collega Locarno a Domodossola, molto caratteristica e considerata tra le più belle ferrovie italiane, per i panorami che consente di fruire nel suo dipanarsi prima nelle Centovalli Svizzere e poi nella Val Vigezzo, dal confine di Stato fin giù a Masera all’imbocco della Val Vigezzo e poi oltre, a Domodossola. Ferrovia che permette a tanti rossocrociati di raggiungere facilmente il Canton Vallese, cambiando a Domodossola per la ferrovia del Sempione, con direzione Briga-Glis e oltre fino a Berna attraverso il tunnel del Lötschberg, senza sobbarcarsi lunghi tragitti e frequenti cambi, attraverso l’oltre Gottardo.
Famoso è il giro combinato con Battello e Trenino che permette di partire da Arona, solcando il lago all’andata con motonave fino a Locarno e poi tornando in ferrovia alla cittadina novarese, passando per Domodossola. Non esiste infatti una ferrovia che scorra lungo la costa nord-occidentale del lago Maggiore, nonostante siano stati fatti dei progetti ad inizio Novecento, che tuttavia, forse a causa dei conflitti mondiali, non andarono in porto, anche per i costi esorbitanti legati al necessario scavo delle gallerie.
La val Vigezzo parte dal piano a Masera, che ne è il punto iniziale e sale fino a Re con una divagazione verso la Val Cannobina a Malesco.

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Seguendo la stessa direttrice si può salire lungo la Valle seguendo la pista ciclabile, almeno nel tratto da Druogno a Malesco. Per gli altri tratti bisogna immettersi nelle strade carrozzabili e farne dei piccoli pezzi, sempre attenti a rispettare il codice stradale.
Qui maggiori info: https://www.distrettolaghi.it/it/percorsi/bike-–-n22-vigezzo-bici-percorso-1-druogno-re-pineta

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Diversi comuni e frazioni, caratterizzati da tante pinete e boschi, ove molti turisti, anche giornalieri, nella stagione autunnale, si dedicano alla ricerca di funghi. Da segnalare la Pineta di Santa Maria Maggiore molto frequentata in estate e ove, in inverno è possibile fare sci di fondo, noleggiando anche gli sci al Centro del Fondo e magari prendere lezioni da un bravo maestro.

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Chi invece preferisce lo sci alpino, può sfruttare le piste de la Piana di Vigezzo, raggiungibile con comoda cabinovia.

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Al centro della valle la caratteristica cittadina di Santa Maria Maggiore, che ne è un po’ il capoluogo e dove si tengono i caratteristici mercatini natalizi e le manifestazioni legate al Raduno internazionale dello Spazzacamino. Ivi è sito anche un museo dedicato agli spazzacamini, a memoria di questa professione molto diffusa tra i giovani in tempo antico e che rese questa valle conosciuta a livello internazionale con la migrazione delle sue genti e dei suoi giovani in tutta Europa per esercitare questa attività lavorativa.
Sempre a Santa Maria Maggiore, il cui centro è molto caratteristico e da visitare con cura per i tanti angoli particolari da scoprire e da vivere, troviamo una bellissima chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, la scuola di Belle Arti Rossetti Valentini (la Valle è conosciuta infatti anche come la Valle dei Pittori, proprio grazie a questa istituzione sorta a fine ‘800) e la Casa del Profumo Feminis-Farina, che ricorda l’inventore dell’acqua di Colonia, originario della Val Vigezzo (Crana) e che nella città tedesca iniziò a produrre il famoso profumo, noto in tutto il mondo, anche grazie all’aiuto economico di un commerciante, anch’egli nativo vigezzino.

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Caratteristici sono i paesi che sovrastano Santa Maria Maggiore, come Craveggia e Toceno, da cui partono molti sentieri che permettono di godere di paesaggi alpini e di guardare alle alpi svizzere.
Come non ricordare i Bagni di Craveggia che furono oggetto di uno scontro tra milizie fasciste e partigiani durante la guerra di liberazione, nell’ottobre del 1944; partigiani che stavano cercando di riparare nella Confederazione Elvetica per sfuggire all’attacco dei miliziani stessi.

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Ma la Val Vigezzo è anche l’altro punto di accesso alla Val Grande, nella sua parte nord, che si contrappone all’entrata da Cicogna e Pogallo, a sud.
Ce ne parlerà tra poco Guido nella sua proposta di escursione.

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Ma restiamo in valle e andando verso est ci imbattiamo nella bella cittadina di Malesco, dall’antico centro storico, che colpisce per le sue viuzze e le sue fontane e per i suoi alberghi che ancora attirano molti turisti in ogni stagione, anche fuori dai classici periodi di vacanza.

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Malesco, come abbiamo accennato in apertura, è la porta per accedere alla Valle Cannobina, che ci permette di raggiungere il lago Maggiore, appunto a Cannobio, se vogliamo tornare rapidamente verso la pianura e a Verbania. Certo non è una strada facile, molto tortuosa e priva di punti in cui fare rifornimento (ricordatevi di fare benzina in val Vigezzo, se ancora avete una macchina a motore termico, o cercate di calcolare la vostra autonomia di carburante per raggiungere senza pericoli il primo distributore a Cannobio), ma certamente affascinante e meritoria di una visita, nonostante il sempre più evidente spopolamento e l’assenza quasi completa anche di punti di ristoro e di negozi.

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In alternativa, per tornare al lago, è possibile passare dalle Centovalli e arrivare a Locarno, ma in questo periodo la strada è soggetta a delle interruzioni a causa di alcune frane che si sono verificate negli scorsi anni e che non sono state ancora del tutto sistemate. Quindi controllate sempre la percorribilità dei valichi di confine e delle strade di collegamento, prima di decidere di solcare le stesse.

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Prima del confine, merita sicuramente una visita il Santuario mariano di Re (Santuario della Madonna del Sangue), che proprio quest’anno festeggia, con varie manifestazioni e cerimonie, i 100 anni dalla posa della prima pietra della nuova Basilica (5 agosto 1922), costruita in stile neobizantino su progetto del 1915 dell’architetto bolognese Edoardo Collamarini, sulla spinta dell’allora arciprete di Re, don Giovanni Antonio Peretti, che volle sfruttare il granito locale e per il quale furono aperte, sfruttando maestranze valligiane, delle cave ad hoc in un bosco da lui comprato in valle. La nuova basilica è stata costruita integrando la vecchia chiesa seicentesca, edificata a seguito e in memoria del miracolo del sangue sgorgante da un affresco della Madonna con Bambino, affresco colpito da un giovane con una piodella alla fine del 1400.

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Il Santuario è meta di più di 200.000 pellegrini e visitatori all’anno, non solo dall’Italia, ma anche da molti paesi europei, in particolari dalla Svizzera, data la vicinanza con il confine elvetico e della devozione diffusa in Canton Ticino per la Madonna di Re (se ne parla ad esempio in questo articolo https://www.editore.ch/images/Madonne_del_latte_RVL_7.202.pdf).
E’ facile incontrare nei pressi del santuario camper e file di rombanti motociclette elvetiche, che solcano le strade vigezzine e approfittano di una sosta alla Madonna del Sangue e magari di un buon pranzo in uno dei tanti ristoranti della valle.

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La Valle è nota, infatti, anche per i suoi ristoranti, a partire da Masera con il Divin Porcello e dalla vicina Montecrestese, con il Gallo Nero, che offrono un menù tipico ossolano, di cui piatto portante sono i tipici gnocchi, ossolani o di altre qualità, dai classici di patate a quelli di ortiche o a quelli walser, gnocchi che vengono anche prodotti in valle, ad esempio dal Nuovo Pastificio Ossolano.

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Tra gli altri prodotti tipici il pane nero di Coimo, il violino di capra e i vari salumi ossolani, tra cui il prosciutto. A questo link potete trovare maggiori info: http://www.parcovalgrande.it/prodotti.php
Segnalo da ultimo il dolce tipico della valle, ossia la Mattonella Vigezzina, acquistabile in molte pasticcerie e panetterie locali, ad esempio a Santa Maria Maggiore presso la Pasticceria Bonetti (questo il loro sito https://pasticceriabonetti.vigezzofood.it).

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Lascio ora la parola all’amico Guido Caironi, che come già accennato, ci proporrà una bella escursione alle soglie della Val Grande.

Cima della Laurasca

È questo un bellissimo itinerario in Val Vigezzo, estensione laterale sinistra della Val d’Ossola; percorso che lambisce le propaggini del selvaggio Parco Naturale della Valgrande, interessante per la sua concezione di “wilderness” affatto banale e da non sottovalutare per alcun motivo.
In auto, provenendo da Domodossola, si entra in Val Vigezzo, superando Santa Maria Maggiore e pervenendo a Malesco. Qui si intraprende una tortuosa strada verso destra che, in salita, dopo alcuni tornanti, si inerpica in Val Loana. Al termine della strada asfaltata si lascia l’auto in ampio parcheggio, nei pressi di Fondo li Gabbi (circa 1250 m s.l.m.).
Si prosegue in direzione sud, intercettando quindi il sentiero che sale a sinistra (faccia verso monte), risalendo con ripidità il versante montuoso della Cima Fornaletti, sino a circa 1630 m di quota. Si piega quindi a destra, in direzione sud, camminando a mezzacosta e oltrepassando l’Alpe Cortechiuso e l’omonimo semplice bivacco (1883 m s.l.m.). Si prosegue sempre in direzione sud, assecondando i capricci del versante orientale della montagna, fino alla Bocchetta di Cortechiuso (circa 2050 m s.l.m.). Si entra quindi in un ampio vallone forgiato sui contrafforti settentrionali della Laurasca (attenzione, neve ad inizio stagione). Risulta allora possibile, ad un certo punto, percorrere in direzione sud (sinistra) delle tracce di sentiero, in salita, verso la vetta della Laurasca (2195 m s.l.m., passaggi a tratti esposti e non sempre agevoli). Si discende sui propri passi e si punta quindi in direzione nord-nord-ovest, verso l’Alpe Scaredi e l’omonimo (un poco disastrato a dire il vero) bivacco. Da qui si segue il sentiero verso l’Alpe Cortenuovo, magari dopo aver visitato, verso ovest, la Cappella di Terza (1859 m s.l.m.), con vedute sul Parco della Valgrande, ed essere ritornati sui propri passi.
Dall’Alpe si discende rapidamente la Val Loana sino al punto di partenza di questa interessante escursione.

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Una risposta a "Conoscendo la Val Vigezzo"

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  1. molto frequentata anche dai novaresi… per me è uno dei luoghi che mi riportano all’infanzia, mia nonna ogni anno ci andava in vacanza. Non avrebbe rinunciato alla val Vigezzo (Malesco in particolare) per nulla al mondo

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