
On the job 2: the missing 8 – Filippine 2021 – di Erik Matti
Azione/Giallo/Drammatico – 208′
Scritto da Messua Mazzetto
On the job 2: the Missing 8 dopo essere stato presentato alla mostra cinematografica internazionale di Venezia lo scorso anno, approda con soddisfazione al Far East Film Festival nella categoria Best of the Best.
Prima della proiezione (è il film di pre apertura di questa 24 esima edizione del festival) vi è un messaggio personale del regista Erik Matti, ci invita a metterci comodi perché in effetti il film ha la durata di un buon Kolossal, ovvero oltre 200 minuti complessivi.
Durata a parte , il film è veramente caleidoscopio. Protagonista della vicenda è Sisoy (interpretato in modo veramente eccelso da John Arcilla), uno speaker radiofonico e giornalista che gestisce il quotidiano La Paz assieme al fratello Arnel (Christopher De Leon). Il quotidiano gestito dai due fratelli è l’unico ad opporsi alle idee politiche che vanno per la maggiore, diventando una voce fuori dal coro e purtroppo scomoda. Arnel scompare una notte assieme ad altre sette persone, incluso il suo piccolo figlio di otto anni. Sisoy comincia allora la sua ricerca, vuole ritrovare chi ha fatto “scomparire” il fratello e le altre persone, ma non solo, vuole anche vendicarsi di chi ha compiuto questa atrocità verso la sua famiglia e verso chi anche a costo della propria vita si dedica alla ricerca della verità anche se questa risulta scomoda.
Come accennato all’inizio, il film è caleidoscopio perché oltre alla vicenda centrale di Sisoy vediamo anche altre micro storie incrociarsi tra le quali spicca la vicenda di Roman (Dennis Trillo), un ragazzo semplice che si ritrova coinvolto in vicende sanguinose, diventando un criminale controvoglia.
Le musiche sono molto particolari, vi è addirittura una versione filippina della celebre “Bella ciao”, però si sposano alla perfezione con le scene per le quali vengono proposte, diventando loro stesse un personaggio del film in grado di enfatizzare il senso delle immagini e delle scene stesse.
Un plauso anche alla regia, le inquadrature calibrate e le luci che riescono ad ampliare il peso delle scene e dei dialoghi.
Il neo negativo del film resta la durata, perché nonostante il film sia stato proposto in lingua originale con i sottotitoli riesce ad ipnotizzare, è impossibile non provare empatia per Sisoy e volerlo seguire nella sua ricerca per trovare la verità e per vendicare il fratello e le altre persone scomparse.
In conclusione un film che cattura, che ipnotizza e coinvolge; il suo unico limite resta nel metraggio, nella sua durata che purtroppo non è un deterrente da poco per lo spettatore medio.
Voto: 8
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