Scritto da Messua Mazzetto
Un documentario che diviene un approfondimento storico e sociologico.
Un programma che viene replicato in più riprese durante il mese di maggio. Questo documentario viene presentato in occasione del trentennale della strage di Capaci, per ricordare e per farlo scoprire alle nuove generazioni.
Il documentario viene impreziosito da immagini d’archivio che vengono calibrate con il racconto che ci propone il lavoro del giornalista Antonello Romano.
Stilisticamente un po’ piatto, vengono eseguiti dei cambi di inquadratura di tanto in tanto per regalare maggiore movimento; ma questo stratagemma non si dimostra sufficiente per dare vitalità al tutto. Senz’ombra di dubbio si tratta di un documentario che ha l’idea di far riflettere lo spettatore piuttosto che intrattenerlo meramente.
Uno spiraglio di brio viene mostrato alla fine quando vediamo dei frammenti di interviste realizzate a dei giovani, peccato che queste scorrano nei titoli di coda e siano troppo brevi.
La fotografia e le luci sono curate molto bene, anche l’audio è calibrato molto bene. La colonna sonora è quasi assente se non per qualche accento durante i titoli di apertura e di coda, sono tracce musicali strumentali comunque delicate e non invasive.
Sarebbe stato interessante mostrare maggiormente delle immagini di repertorio piuttosto che affidarsi solamente al racconto a una voce, intervallata di tanto in tanto dalle parole del giornalista.
Diventa in conclusione un racconto, quasi una lezione di storia, che però già difficilmente cattura l’attenzione dell’osservatore a meno che questo non sia interessato alla tematica; diventa quindi ancora di più arduo riuscire a catalizzare l’attenzione di un pubblico magari più giovane.
VOTO: 6
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