
Scritto da Francesco Carabelli
Ora che non ci sono più legami anche solo di amicizia, ora che vivi la tua vita familiare con i tuoi figli, mi chiedo se non pensi mai al passato, se non ti capita mai di pensare a quegli anni, se davvero hai rimosso quanto è stato. Per te forse è stato facile. Non mi hai preso sul serio, non hai mai voluto andare oltre. Mi dicevi che non ti conoscevo, che non sapevo chi davvero fossi, che non facevo per te, che il mio essere sopra le righe era solo un modo per attirare la tua attenzione, ma che in fondo non ti amavo. Era la differenza di età probabilmente il vero problema, il divario che ci separava e rendeva tutto difficile.
Non te ne voglio. Sicuramente ora vivi felice il tuo ménage familiare senza renderti conto, di ciò che è veramente successo. Di quanta sofferenza la tua felicità abbia comportato.
Sei ormai una donna, all’epoca giustamente cercavi la tua strada nel mondo, ma quegli occhi guardavano dentro di me, quegli occhi che avevano una luce speciale che sapeva stregare l’interlocutore e che tanto interesse risvegliavano in chi ti guardava.
Certo anche tu hai sofferto, per altri motivi, e sicuramente per il mio comportamento che ti ha spinto a cercare altrove, a farti nuovi amici ad abbandonare definitivamente le amicizie rodate per cercare il tuo posto nel mondo e qualcuno che ti amasse e non ti volesse solamente per egoismo.
Ma in fondo anche io ero passato per esperienze simili, per il rifiuto e la ricerca di nuove esperienze con la speranza di trovare qualcuno con cui poter condividere le proprie speranze di un futuro migliore.
A volte ci si inganna, si crede di aver fatto una conoscenza importante, ma forse si pretende troppo dall’altra persona, si crede che condivida i nostri sentimenti e si da per scontato che abbia le stesse intenzioni che noi abbiamo, ma molto spesso non è così.
Diventiamo gelosi, possessivi, ci dimentichiamo del bene dell’altro e stiamo male fisicamente perché le nostre attese vanno deluse.
Quanta sofferenza, ma non riusciamo a concepire che l’altra persona sia libera, che l’altra persona ci ama solo se si vede a sua volta da noi amata, stimata, rispettata, e quindi persona etimologicamente parlando che risuona di qualcosa di altro che sta dietro la facciata, dietro la maschera: risuona dell’essere e ultimamente della potenza creatrice divina. La fiammella dì libertà che ogni uomo porta in se è segno che egli è qualcosa di più di un solo corpo dotato di intelligenza grazie al cervello, ci dice della sua anima e del suo spirito.
Posso dirtelo francamente che conoscerti mi ha creato delle grosse aspettative che sono andate deluse e che questo ha comportato una grossa sofferenza, che forse solo oggi dopo molto tempo ha trovato in qualche modo requie, perché mi sono reso conto di star bene con me stesso anche al di fuori di una relazione che cercavo più per riempire un vuoto nello spirito, per non rimanere solo, piuttosto che per vero amore, anche se la componente chimica della nostra amicizia era molto forte e pensavo che con te non avrei avuto difficoltà ad intendermi ed eventualmente a costruire qualcosa che andasse oltre.
Probabilmente entrambi avevamo bisogno di maturare, di conoscere il mondo e diventare altri.
Ti scrivo queste righe perché è giusto che tu sappia che non è stato per nulla facile dimenticarti. Ho passato dei momenti di profonda angoscia e frustrazione e questo è l’unico modo che ho per parlarti affidando i miei poveri pensieri al testo scritto.
Ad ogni modo non serbo più rancore e guardo al futuro con più serenità nonostante tutte le difficoltà del vivere.
A volte mi sembra ancora di sentire la tua voce, mi giro, cerco il tuo volto e penso a quello che avrebbe potuto essere e a quello che è stato, ma sono comunque felice perché non sono più irrequieto come un tempo, ma vivo con la speranza, la speranza di vivere pienamente l’oggi nonostante i limiti che la vita impone e il passato accentua.
Forse il vero segreto è non pensarci più e guardare avanti, imparando dai propri errori e avendo meno pretese.
Quello che rimane nonostante la nostra libertà è la responsabilità delle nostre scelte. Possiamo fare delle scelte a noi più congeniali e schivare la nostra croce, ma saremo responsabili di quello che abbiamo fatto e del male che abbiamo provocato come conseguenze del nostro agire, nonostante la misericordia che può essere provata nei nostri confronti. L’eterogenesi dei fini viene in soccorso alle nostre paure e ai nostri sbagli, ma questi comunque rimangono e segnano la nostra e la vita di coloro che non accettiamo o che cerchiamo di schivare per convenienza o per quieto vivere.
Solo il credere in qualcuno di più grande di noi che ci ama nonostante i nostri errori ci permette di continuare a vivere e scrivere nuove pagine al nostro cammino.
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