
The Beatles: Get Back – Regno Unito/Nuova Zelanda/Stati Uniti 2021 – di Peter Jackson
Documentario/Biografico/Musica/Mini serie TV – 7h 48′
Scritto da Messua Mazzetto
Un diario di bordo, un documento onesto e pulito che ci mostra in modo chiaro e oggettivo come i Beatles hanno realizzato il loro disco Let it be e di come sia stato ideato il famoso concerto sul tetto.
Da oltre 60 ore di materiale girato, sono stati ricavati tre episodi di circa tre ore cadauno.
Il primo episodio racconta dei primi sette giorni di lavorazione al disco e di preparazione dei brani da registrare; tutto è molto abbozzato ed approssimato ancora, comprese le canzoni stesse. Il primo episodio culmina con la dipartita di George Harrison dal progetto che non si sente compreso appieno, le sue idee sono prese meno in considerazione dal gruppo così come i suoi brani e questo lo spinge a lasciare lo studio.
Nel secondo episodio vediamo la lavorazione dall’ottavo al sedicesimo giorno, vediamo come gli altri tre componenti del gruppo convincono George a ritornare a bordo del progetto e vediamo l’inizio della registrazione delle canzoni, che stanno pian piano diventando mature e si stanno avvicinando a quelle che sono le versioni finali che noi tutti conosciamo oggi.
Infine nel terzo ed ultimo episodio vediamo i momenti finali in studio e il culmine con il concerto che sarà destinato a diventare un momento impresso nella storia del gruppo e della musica.
Si tratta di un documentario interessante e particolare sotto diversi aspetti, è interessante come ho accennato ad inizio articolo perché ci propone un aspetto oggettivo, ci fa vedere come realmente erano i quattro Beatles e come lavoravano, ci fa vedere le relazioni tra di loro e tra le loro famiglie, di come Yoko Ono sia effettivamente onnipresente all’interno della lavorazione del disco; anche se come presenza silenziosa per la maggior parte del tempo ma comunque un’ ombra stessa della figura di John Lennon. Vediamo le famiglie degli altri Beatles, inclusa la figlia di Paul Mc Cartney che fa capolino nello studio e gioca con tutti i componenti del gruppo tra un brano e l’altro.
Il documentario disponibile da pochissimo in Blu-ray ma anche nella piattaforma Disney+ ha però due limiti da non trascurare; il primo è rappresentato dalla lingua in quanto è disponibile solamente in versione originale senza sottotitoli il che lo rende di comprensione ottimale solo per chi ha una buona competenza nella lingua inglese; il secondo limite è quello della durata; senza dubbio è tutto molto bello, interessante …
ma ahimè 9 ore di filmato sono parecchie, contando che ogni episodio ne dura ben 3 e la lunghezza potrebbe scoraggiare più di qualche spettatore.
Si tratta di un documentario che diventa indispensabile per chi è fan dei FabFour e per chi vuole avere una visione completa sul gruppo.
Il montaggio è leggero e delicato, per la maggiore le scene sono state restaurate e pulite nell’aspetto visivo ma lasciate così come sono state realizzate senza effettuare transizioni o creando effetti particolari per passare da una ripresa all’altra.
Ovviamente vi troviamo molta musica, frammenti e canzoni nella loro interezza si alternano con piacevolezza ai momenti di dialogo e di riflessione tra il gruppo e l’intero staff di lavoro. Non vi sono aggiunte o riprese postume, è stato usato interamente il girato di quel periodo e per giustificare i passaggi da una scena all’altra vi sono delle brevi linee di testo che introducono i vari frammenti per dare una continuità storica progressiva al tutto.
In conclusione un buon prodotto, non manipolato ma onesto e pulito, viene da dire utilizzando un conosciuto proverbio; un documentario “come mamma l’ha fatto” senza fronzoli e rimaneggiamenti; che ci dice semplicemente : “ecco i fatti come sono, è andata così” e quindi ai posteri il giudizio.
VOTO: 9
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