Perdonami madre, la traduzione italiana del libro di Jacques Chessex in uscita a luglio

fonte immagine: editore.ch

Articolo di Francesco Carabelli

A volte, dopo anni dalla prima edizione in lingua originale, abbiamo la fortuna che qualche casa editrice pubblichi in italiano delle vere e proprie chicche editoriali. In questo caso è una casa editrice ticinese (Armando Dadò editore di Locarno), che con la sua collana i Cristalli, propone la versione in lingua italiana di una delle ultime opere dell’autore svizzero romando Jacques Chessex, dal titolo Perdonami madre (Pardon mère).

L’opera vuole essere un ricordo della madre, morta qualche anno prima a ormai più di novant’anni, dopo essere stata colpita da un ictus e da cecità.

Chessex si rifà alla sua memoria, fatta non solo di fatti, ma anche e soprattutto di emozioni, di colori, di odori, di situazioni, per ricostruire il rapporto con la madre, dall’infanzia, più precisamente dal periodo dell’allattamento, per passare poi al periodo della sua formazione scolastica e allo stimolo della madre nei suoi confronti, perché si impegnasse nello studio anche contro i giudizi negativi dei professori, al fine di poter sovvertire gli stessi e affinché egli trovasse un suo posto nel mondo.

Chessex indugia anche sulle delusioni date alla madre, per alcuni suoi atteggiamenti con le donne, per alcune sue frequentazioni, per alcuni suoi libri, che gli diedero sì il successo (penso in particolare a L’orco-L’ogre [ed.Italiana Fazi editore] con cui nel 1973 visse il premio Goncourt, massimo riconoscimento per gli scrittori di lingua francese, per la prima volta assegnato, con lui, ad uno svizzero romando), ma lo allontanarono dalla madre, appunto perché in queste opere indugiava in particolari intimi della sua vita sessuale e sul rapporto conflittuale con il padre, morto suicida quando lui era un giovane scrittore di belle speranze.

L’autore indugia poi sulle sue dimenticanze nei confronti di lei, sul suo essersi ripromesso di dedicare più tempo alla madre sola, indugia sui suoi peccati che lo allontanarono da un rapporto di piena fiducia con la figura materna, ma è anche conscio della dedizione tutta protestante e calvinista della madre, nei suoi confronti.

Chessex racconta della famiglia della madre, originaria di una cittadina del Giura vodese e che vide nelle sue fila pastori e fabbri, che si arricchirono restando fedeli allo spirito calvinista ginevrino, che vedeva nel successo degli affari lo specchio della rettitudine e della moralità dell’esistenza e della piena fiducia data da Dio a chi fosse attivo in opere commerciali e industriali. Ricchezza come segno che Dio è con noi e ci sostiene nella nostra operosità.

Chessex si vede riconoscente per questa formazione integerrima, ma allo stesso modo vede nel perdersi e nel seguire altre strade un modo per costruirsi il suo percorso originale come scrittore, senza mai dimenticare le proprie origini, ma mitigandole anche grazie all’incontro col cattolicesimo nella frequentazione con gesuiti e domenicani a Friburgo, ove egli termina i suoi studi liceali classici e consegue la maturità.

Egli ringrazia la madre per avergli dato questa possibilità di confrontarsi col mondo, con l’altro, e di uscirne arricchito, pur avendo chiara la propria identità vodese di protestante.

Leggendo queste pagine, traspare e si rivive l’emozione dello scrittore nello scriverle, emerge lo spirito poietico dell’autore romando che alla poesia si dedicò a più riprese, fin dalla gioventù, con parecchie raccolte, purtroppo non tradotte in italiano, ma disponibili in lingua originale, soprattutto nelle edizioni Grasset.

Non nego che, in alcuni momenti, mi sono commosso nel leggere queste poche pagine dedicate all’amata madre, da lui quasi venerata per l’amore incommensurabile che gli ha dimostrato fino alla morte e che lui ha avuto modo di rivivere anche quando lei se ne era già andata, grazie agli oggetti di lei, alle raccolte di articoli a lui dedicati da giornali e riviste, che la madre raccoglieva con cura e catalogava in faldoni. Solo cinque anni dopo la sua scomparsa Chessex ebbe poi il coraggio di guardare una intervista televisiva che, pochi giorni prima della morte, la madre concesse ad un giornalista e nella quale ella ricordava l’infanzia del piccolo Jacques e la sua maturazione e formazione.

Chessex si confronta con altri autori che hanno affrontato con dei piccoli libelli il rapporto con le proprie madri. Si vede vicino a Richard Ford, per essere le loro madri coetanee, e per il rapporto di forte attaccamento vissuto in gioventù dagli scrittori con le stesse. Si sente più distante da altri autori come Bataille e Cohen, ma vede comunque in tutte queste opere uno spunto ed uno stimolo per il suo decidersi a dedicare uno scritto a sua madre, che ora vive con la sua anima, anche se il suo corpo è stato cremato e le sue ceneri disperse in un giardino del ricordo.

La madre vive in lui, vive in lui il di lei spirito, il suo amore, e vivrà anche nei nipoti, che da bambini ella ha accudito e, nel rapporto con i quali, Chessex ha rivisto la dedizione materna avuta nei suoi confronti.

Un libro forte, che sicuramente può colpire per alcuni accostamenti, soprattutto chi non ha mai letto nulla di Jacques Chessex, per il suo avvicinare una profonda fede ad una marcata sensualità e ad un amore per la vita in tutte le sue forme.

Chiudo ricordando le pagine che l’autore dedica al rispetto e alla comunanza di intenti e fede della madre con le sue amiche di origine ebraica che, durante gli anni della guerra furono oggetto, con le loro famiglie, di attacchi da parte di svizzeri filonazisti. Un capitolo triste della storia elvetica cui l’autore romando ha dedicato un libro della sua ultima produzione, dal titolo Un ebreo come esempio – Un juif pour l’exemple (edizione italiana Fazi editore).

Un consiglio di lettura per l’estate, certo non proprio da ombrellone, ma magari per una lettura al fresco su un prato in montagna, contemplando la natura, gli alberi i fiori e i rumori della natura, come la madre di Chessex amava fare, inventando storie in rima e recuperando alla memoria i versi dei poeti, tra cui l’amato La Fontaine.

Perdonami madre

Jacques Chessex 

Armando Dadò Editore

Collana I Cristalli

Anno

2022 

ISBN

978-88-8281-557-8

A cura di Annalisa Izzo

Formato 12.5 x 21 cm, 196 pagine

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