I figli degli altri

fonte immagine: mymovies.it

Les enfants des autres – Francia 2022 di Rebecca Zlotowski

Commedia/Drammatico – 103´

Scritto da Messua Mazzetto

Les enfants des autres (in Italia uscirà con il titolo “I figli degli altri” il 22 settembre) è uno dei film in concorso in quest’edizione della mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Virginie Efira brilla in questo film, con il suo viso dolce ma con gli occhi velati da una tristezza o meglio da una mancanza che il suo personaggio si trova ad affrontare.

Dopo averla vista in altre pellicole di genere similare come 20 anni di meno in compagnia di Pierre Niney oppure in Un amore all’altezza in coppia con Jean Dujardin approda in quest’occasione con partner Roschdy Zem che quest’anno si trova alla mostra del cinema anche in veste di regista oltre che in quella di attore.

La storia è quella di Rachel, una donna sulla quarantina che si accorge d’un tratto di come la vita le sia passata davanti, certo in modo comunque soddisfacente, con molti amori ma senza mai riuscire a crearsi una propria famiglia. Rachel si innamora di Ali, un suo compagno al corso di chitarra che la ragazza frequenta.

Dopo un periodo di frequentazione Rachel scopre che Ali ha una figlia, la piccola Leila, dopo questa scoperta Rachel ha un attimo iniziale di stallo ed infine decide di incontrare la bambina del suo innamorato.

La nostra protagonista si troverà ad occupare quindi il ruolo di matrigna per la piccola figlia del suo compagno, finché …

 

E qui mi fermo per non fare troppi spoiler.

 

Si tratta di un film che invita alla riflessione, prima fra tutte quella sulla maternità, su ciò che significa costruirsi una famiglia e vivere all’interno di essa.

La riflessione di Rachel arriva lenta, lei e lo spettatore si interrogano per comprendere come sia il rapporto con la figlia di un suo amore e capire cosa dovesse succedere di quel rapporto se la storia d’amore con l’altro dovesse finire.

Ho apprezzato la regia di Rebecca Zlotowski, vi sono delle dissolvenze a cerchio molto interessanti, il problema è che vengono usate troppo spesso perdendo il loro effetto di sorpresa e novità iniziale.                       

Gli interpreti sono molto coesi e tra Roschdy Zem e Virginie Efira vi è una buona chimica ed intesa (dall’incontro stampa è stato evidente come cast e regista abbiano un buon rapporto tra loro).

 

Le musiche sono state fondamentali durante la lavorazione del film, ho chiesto alla regista di dirmi com’era l’atmosfera durante lo shooting e mi ha rivelato che la musica oltre ad essere molto presente nella pellicola era presente costantemente sul set, anche durante i momenti di pausa per creare maggiore atmosfera.

 

Dopo la proiezione nella sala grande, la prima con il pubblico alla quale sono riuscita ad assistere, l’applauso e la commozione del pubblico e degli interpreti è stata evidente tanto da meritare oltre dieci minuti di applausi. È un film dove si risponde in un primo momento “di pancia”, impossibile restare impassibili di fronte ai drammi di questi personaggi, che alla fine sono questioni, quelle familiari, che ciascuno di noi a modo suo, con più o meno profondità si pone prima o poi nella sua vita.

Voto: 8

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