The Kiev Trial

fonte immagine: imdb.com

The Kiev Trial – Ucraina/Paesi Bassi 2022 – di Sergey Loznitsa

Documentario – 106′

Scritto da Messua Mazzetto

Sergei Loznitsa ritorna a Venezia con il suo nuovo progetto The Kiev Trial ovvero tradotto letteralmente il processo di Kiev.                     

Un processo che si presenta già da solo in una dimensione filmica e che ci viene a mostrare gli orrori compiuti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale verso il popolo ucraino.

Loznitsa con il suo montaggio ci mostra in ordine cronologico le varie fasi del processo però lo fa in un modo particolare, per creare un climax di orrori.                                                                   

Le testimonianze dei vari ufficiali nazisti vengono mostrate in ordine di crudeltà; ovvero si inizia da chi ha commesso i reati più piccoli (anche se di piccoli reati non si tratta) per arrivare a chi da solo ha ucciso più di 200 persone.                                                         

Nella stessa maniera sono trattati anche i sopravvissuti alle incursioni naziste, si inizia anche lì da chi ha vissuto qualcosa di tremendo per arrivare a chi è stato sepolto vivo e ferito ma è riuscito quasi per miracolo a salvarsi.

Il film è in bianco e nero e in lingua originale, Loznitsa ha lasciato anche le parti degli interpreti, quindi le lingue che sentiamo sono russo, ucraino e tedesco.

Dopo la fine del processo con la condanna dei carnefici arriviamo nella piazza principale di Kiev dove vediamo come vengono impiccati i nazisti, vi ritroviamo una Kiev piena di gente che è accorsa per vedere l’epilogo finale di questo processo.                                          

Vediamo arrivare delle camionette dove su ciascuna vi è in piedi , quasi come fosse una processione, uno degli ufficiali nazisti che poi saranno portati al patibolo.

Dopo la visione del film ho avuto modo di intervista Loznitsa assieme ad altri giornalisti, ho chiesto al regista come fosse avvenuta la selezione del materiale e mi ha raccontato di come il processo integrale filmato durasse oltre le tre ore, Loznitsa ha deciso di scegliere i frammenti secondo lui di maggiore significato che potessero rappresentare sia nella parte degli accusati che in quelli della difesa il fulcro del processo stesso e le vicende accadute in quegli anni, la loro crudeltà e barbarie.

Inoltre il regista ha aggiunto che comunque si trattava di un processo che voleva anche esaltare la propaganda sovietica per dimostrare come venivano trattati i nazisti dopo la guerra, in modo di far capire la potenza dell’impero sovietico.

Mi ha colpito moltissimo come i tedeschi durante le loro testimonianze fossero impassibili e senza emozioni, non provavano rimorso o altro nel raccontare di come avessero ucciso centinaia di persone comprese donne e bambini.

Un ufficiale raccontò di aver ucciso un gruppo di bambini solamente perché gli davano noia e non stavano fermi ma continuavano a correre e giocare all’interno della loro cittadina.

Un film che senza dubbio andrebbe visto a scuola, con le dovute spiegazioni per comprendere meglio come avvenne un massacro per riuscire ad evitarne altri.

Voto: 9

la nostra inviata Messua Mazzetto con il regista Sergey Loznitsa

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