
Vera – Austria 2022 – di Tizza Covi e Rainer Frimmel
Drammatico – 115′
Scritto da Messua Mazzetto
Vera di cognome fa Gemma e il riferimento con il padre Giuliano Gemma è un’eredità con la quale si è sempre trovata a confrontarsi.
In questo film di Tizza Covi e Rainer Frimmel vediamo una Vera raccontata in modo particolare, al confine tra realtà e elementi di finzione.
Ne esce un ritratto il più vicino possibile alla persona ricca di sfaccettature che è in realtà Vera Gemma.
Vera , nel film è una donna forte, che ama stare con la gente e che cerca di aiutare il prossimo o chi trova in difficoltà; non si accorge purtroppo che il prossimo non sempre è gentile e trasparente con lei ma cerca spesso di imbrogliarla o di aproffittarsi di lei.
Nel contempo Vera sente la presenza del padre, un importante e bellissimo attore italiano come una pesante eredità che la accompagna costantemente. Sei la figlia di … questa frase semplice pesa molto nella vita di Gemma e la segna in modo determinante.
Ho incontrato in occasione del festival del cinema di Venezia dove il film è stato presentato in anteprima sia Vera che i due registi del film e con entrambi ne è emersa una bellissima chiacchierata. La prima cosa che traspare parlando con queste tre persone è la loro naturalezza e trasparenza, sono schietti e senza maschere così come appare nella pellicola.
Tizza e Rainer nei loro lavori cercano appunto la verità della realtà, hanno scelto per accompagnare Vera in questa storia quasi tutti attori non protagonisti per dare un ulteriore senso di freschezza e onestà all’intero lavoro, e devo dire che vi sono riusciti bene nel loro intento. Lavorano assieme da anni e si trovano bene perché si suddividono in modo preciso i ruoli all’interno della realizzazione delle loro pellicole e anche perché due sguardi riescono ad essere più obiettivi di un solo occhio alla regia.
Nel ruolo della migliore amica di Vera troviamo Asia Argento, Vera Gemma mi ha rivelato essere anche l’amica nella vita reale e che nessuno meglio di lei poteva interpretare quel ruolo, infatti Asia Argento aveva accettato la parte ancora prima di sapere per bene di che ruolo si trattava. Due figlie d’arte che assieme vanno a vedere una tomba particolare, quella del figlio di Goethe; così schiacciato dalla presenza del padre che addirittura non sappiamo il suo nome ma solamente di chi era figlio questa persona.
Le musiche sono allegre e adatte alla situazione, la canzone di apertura è di Loredana Bertè e sia Vera che i registi sono stati d’accordo sulla scelta musicale perché perfetta per aprire questo lavoro cinematografico. Invece in chiusura vi è un classico di Nada, la celebre ma che freddo fa.
Vi sono anche canzoni popolari, traspare bene l’atmosfera “romana” che arriviamo quasi a respirare sopratutto quando assieme a Vera ci troviamo nella borgata.
Una pellicola che parla di Italia e di Roma, ci fa vedere le tradizioni popolari che restano tradizione ancora oggi magari con differenze da regione a regione, ma alcune che diventano comuni in tutto lo stato così come la dimensione dell’osteria; altra tematica fondamentale è la questione dell’identità famigliare e quella individuale che ci fanno scoprire una storia semplice e complessa allo stesso tempo. Un film da vedere per sorridere, piangere in pochi frangenti e sopratutto riflettere.
Voto: 9

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