Riflessioni su un incipiente autunno

Scritto da Francesco Carabelli

E così un’estate è passata, un’estate che non lascia grossi ricordi, a parte qualche bella serata all’aperto in compagnia a chiacchierare con gli amici di sempre in quegli spazi che ormai sono miei e che col tempo anche gli amici hanno imparato ad apprezzare e a godere.

Libertà di discutere tranquillamente, ricordando le tante situazioni vissute assieme negli anni, nei tanti anni che ci legano di un’amicizia ormai pluridecennale che, nata in gioventù, ha trovato radici per giungere fino ad oggi e, speriamo, per proseguire nel tempo.

Il covid ha minato molti rapporti: molti hanno deciso di dedicarsi ai loro affetti più stretti e così ci si vede di rado e ci si sente con il contagocce, quando ancora i rapporti proseguono e non sono stati troncati per motivi molte volte oscuri.

Si aspetta l’inverno, il freddo, le nebbie, gli ambienti riscaldati dalle stufe a legna o a pellet o dai camini, per risolvere almeno temporaneamente il problema del costo e della penuria del gas metano.

Intanto si trascorrono le ultime giornate con le finestre aperte anche di sera, con i tramonti all’ora di cena, prima che da fine ottobre, alle 16.30 o giù di lì, si piombi nel buio più assoluto, salvo che qualcuno ai piani alti decida di mantenere l’ora legale anche con la cattiva stagione.

Periodo di malinconie, lo posso dire essendo un malinconico di natura, l’autunno, nonostante ci sia nato, è un periodo che porta con sé brutti ricordi, malessere, fatica ad adeguarsi ai diversi ritmi del dì e della notte, insomma la serenità estiva rimane alle spalle e ci troviamo per un paio di mesi in balia della notte, fin quando arriverà il Natale e la rinascita del giorno, con le giornate che torneranno ad allungarsi, nonostante il permanente freddo che ci accompagnerà fino alla tarda primavera, se succederà come negli ultimi anni, in cui i caloriferi si spengono a fine aprile e talvolta anche ad inizio maggio.

Tanti progetti per i mesi a venire, tante idee che ronzano nella testa, e una stanchezza ormai costante, per quella mancanza di fiducia in un futuro che, pur avendo tutte le comodità date dalla tecnologia, si prospetta ricco di asperità ed insicurezze alla quali si vorrebbe dare delle risposte immediate, ma che molto spesso sono difficili da trovare e portano con sé prostrazione e sconforto.

Certo c’è la fede, la speranza di riuscire a farcela nonostante tutto e tutti, la fiducia in chi ti sta accanto e cerca di aiutarti, la voglia di rimettersi in gioco dopo alcuni anni di difficoltà oggettiva, ma anche il venir meno di alcuni punti saldi che ti hanno illuminato il cammino in tanti anni di percorso.

Bisogna guardare oltre, andare oltre le proprie insicurezze e i propri dubbi; un aiuto costante viene  dai libri che ti per mettono di riflettere e conoscere, prendendoti il tempo di valutare con calma alcune situazioni e dandoti lo spunto che cercavi, l’idea interessante su cui costruire e ti permettono, comunque, di non farti inghiottire dalla routine, essendo sempre nuovi e diversi nonostante siano sempre fatti di carta e cartoncino e le lettere si susseguano e si alternino sempre uguali, pur nella loro diversità.

La novità costante certo ti sconcerta e fatichi a capire il mondo che cambia, che ha altri ideali e altre mentalità rispetto anche solo a venti anni anni fa quando sei entrato nel mondo del lavoro e avevi ricevuto una formazione che ti avrebbe dato gli strumenti per capire la complessità di quel mondo, nonostante non avessi delle competenze immediatamente spendibili, tranne l’esperienza nella ditta dei  tuoi genitori o le competenze linguistiche, frutto di sacrifici sui libri, soprattutto nel periodo della tesi.

Di fronte a questi cambiamenti, soprattutto dei costumi, ti trovi a volte in difficoltà, non sai spiegarti il motivo di queste piccole rivoluzioni copernicane, le stenti a capire e temi che ben presto altri principi verranno sotterrati dal battage pubblicitario di qualcuno che sdoganerà come sano e moralmente accettabile qualche altra cialtroneria, a cui tanti abboccheranno diventando dei fanatici nella difesa di quella novità in nome del progresso sociale.

Comunque vivi la tua vita e cerchi nel tuo piccolo di essere critico davanti a certe situazioni e, pur ponendoti delle domande, sai benissimo a cosa guardare per darti delle risposte e sai quanto sofismo muova la gente per motivi prettamente economici e spinga tante persone prive di personalità a farsi abbindolare dalla moda del momento, incapaci di capire quanta falsità sia nascosta dietro le apparenze di santità laica di queste persone.

Lasciamo che a parlare sia il nostro cuore e che insegnanti siano coloro che ci hanno formato e ci hanno aiutato a crescere, e non coloro che vogliono usarci per i loro biechi fini personali che dissimulano dietro la magia della loro vacuità…

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