Vildmænd – Danimarca 2021 – di Thomas Daneskov
Commedia/Poliziesco/Drammatico – 104′
Scritto da Sarah Panatta
Viaggio di formazione di una crisi di mezza età in to the wild, tra giallo, azione, Tarantino e fratelli Coen, sopravvivere a sé stessi dentro e fuori le trappole della civiltà
Rinascita, ricostruzione, riconoscimento, ritorno. Sopravvissuti, vinti, risorti. I protagonisti della commedia thriller avventurosa del regista danese Daneskov, alla sua opera seconda, sfodera topoi classici della narrativa moderna e meta-citazioni cinefili discrete quanto smaccate talvolta, in un melting-pot di generi altrettanto (apparentemente) selvaggio quanto l’uomo del titolo.
Martin si trasforma da un giorno all’altro in revenant per scelta propria, uomo dei boschi improvvisato, perso senza le sue scorte di cibi preconfezionati e il suo telefono strabordante di chiamate ansiogene della moglie ignara. Da borghese con famiglia ben allestita e avviata a transfugo tra montagna e fiordi, alberi secolari e pasti nudi per lo più tossici, conditi da tentativi di rapina di piccoli super market a valle. Invasato dal suo desiderio di libertà, traino per una ben più marcata crisi di mezza età che lo aliena da sé stesso e dal proprio cosiddetto ruolo in una famiglia e civiltà che non riconosce più come tale, Martin cerca di trovare il suo io nascosto attraverso uno stile di vita primitivo. Incontra e si prende cura di Musa, trafficante di droga immigrato, ferito e impaurito dopo un grave incidente in auto dove crede siano periti anche i suoi due complici. Tra diffidenze iniziali e la genuina dose di goffo spirito di intraprendenza di Martin, nonché rocambolesche scaramucce con i pigri poliziotti locali, i due si avviano verso la loro nuova tule, un mitico villaggio vichingo in cui sarebbero state ripristinate le tradizioni degli antenati.
Tra falsi vichinghi e autentici sofferti percorsi di autocoscienza, egoismi e altruismi, amicizia e solitudine, gesti nobili e vigliaccheria trasformata in forza di resistenza, Martin e il suo amico sono uomini imperfetti preda delle abituali angosce moderne. Ma diventano anche simboli dello spaesamento dell’uomo contemporaneo, che cerca evasione e agogna un ritorno alle origini di cui non ha contezza né coraggio. Che in verità è pura ennesima utopia nel corso evolutivo ma più banalmente nel corso sociale di ogni singolo misera vita.
Daneskov muove i suoi personaggi in un viaggio ad ostacoli ironico, grottesco, divertente, parossistico e insieme realistico. In una terra di confine dei loro (e dei nostri) cuori, valicando confini fisici ed ideali, smantellando la propria egocentrica versione di uomini maschi e tracciando nuovi perimetri umani. I due rappresentano da un lato la perenne necessità di scoperta e di trasformazione dell’uomo in contrasto con l’esigenza di stanzialità e concretezza, certezza, condizioni impossibili e insieme compresenti in ogni destabilizzata esperienza umana. Dove la quotidianità diventa mezzo di sopravvivenza tanto quanto la rana velenosa che Martin disperato mangia per nutrire la sua illusione di (nuova) normalità. Una tensione tra uomo e natura, speranze e verità, grandezza sognata e mediocrità realizzabile, civilizzazione ed eco-sostenibilità della vita, ma anche vita sperata e delusioni reali, sino alla resa dei conti in cui la debolezza e la finitezza umana trionfa ma la razionalità aiuta, mostrando a Martin come agli altri sopravvissuti, la via intermedia, in mezzo ai fiordi.
Voto: 8
Titolo originale: Vildmænd
Regia: Thomas Daneskov
Cast: Rasmus Bjerg, Zaki Youssef, Bjørn Sundquist, Sofie Gråbøl, Marco Ilsø, Jonas Bergen Rahmanzadeh, Håkon T. Nielsen, Tommy Karlsen, Rune Temte
Distribuzione: ARTHOUSE
Paese: Norvegia, 2021
Durata: 104′
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