
Ricorre oggi, martedì 15 novembre, il centenario della nascita del regista e sceneggiatore Francesco Rosi (Napoli, 1922; Roma, 2015), un autore che tanto ha dato al nostro cinema nell’ambito di una connotazione volta all’impegno civile e alla denuncia sociale, raccogliendo l’eredità del Neorealismo nella sua valenza originaria di particolare combinazione fra un’attenta considerazione del contesto storico ed una linea drammaturgica incentrata anche sull’affabulazione narrativa. Cresciuto in una famiglia della buona borghesia napoletana, Rosi dovette interrompere gli studi di giurisprudenza una volta richiamato alle armi, ma dopo l’8 settembre 1943 abbandonò l’esercito ed ebbe modo di raggiungere Napoli liberata, dove scrisse e interpretò testi per l’emittente radiofonica controllata dall’esercito americano. Seguì una collaborazione con il settimanale Sud finché, nel 1946, si trasferì a Milano e poi a Roma dove iniziò a lavorare come figurante nel cinema e poi nella rivista, in qualità di attore. La…
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