
The sharpest girl in town – Stati Uniti 199 – di Mike Kaplan
Documentario – 77’
Scritto da Valentina Di Martino
Mike Kaplan racconta Ann Sothern, attrice straordinaria degli anni 30 che conclude la sua carriera con il capolavoro Le balene d’agosto di Lindsay Anderson
Mike Kaplan si presenta davanti a una sparuta platea al 40° Torino Film Festival il 29 novembre. Siamo pochi ma buoni, incuriositi e decisamente interessati a quello che ha da raccontare il regista sul suo documentario e su come abbia conosciuto Ann Sothern sul set de Le Balene d’Agosto di Lindsay Anderson.
Ann Sothern è stata un’attrice americana che ha lavorato in teatro, radio, cinema e televisione, debuttando nel 1930 sui palcoscenici di Broadway. Nel 1939 divenne Maisie Ravier, una sfacciata e amabile showgirl di Brooklyn. Il personaggio, basato sui racconti di Maisie di Nell Martin, si rivelò di grande successo nonostante fosse stato inizialmente pensato per Jean Harlow. Sothern diede a Maisie una profondità inaspettata, la simpatia della sfavorita, quella sempre lasciata a piedi dalla vita. Furono realizzati ben dieci film con protagonista Maisie Raiver ed è proprio su questa serie di film che si concentra l’attenzione di Mike Kaplan nel documentario presentato per la prima volta in Europa, The Sharpest Girl In Town.
Nel documentario Kaplan esplora le ragioni per cui Sothern ebbe tanto successo: il talento eccezionale, i suoi tempi comici perfetti ma anche il suo rigore nel prepararsi al personaggio e alle scene da interpretare. Onesta di fronte alla telecamera, credibile anche quando il materiale con cui doveva confrontarsi non lo era. Una bellezza lontana dai canoni dell’epoca ma che di certo non lasciava indifferenti. Ma Kaplan approfondisce anche l’aspetto femminista dei personaggi interpretati da Ann, donne indipendenti, come raramente se ne vedevano nei film.
Un documentario che si arricchisce di materiale, un “work in progress” come lo ha chiamato lo stesso Kaplan, che delizia lo spettatore con spezzoni tratti dai film dedicati a Maisie, interviste a Sothern e familiari e qualche chicca commovente.
Dal mio canto posso dire che colpevolmente non conoscevo Ann Sothern e avrei voluto che il documentario approfondisse maggiormente la vita privata di Ann per capire cosa rendeva i suoi personaggi così vitali, così veri e moderni.
Sono certa che Kaplan tirerà fuori qualche altra perla e la mia curiosità verrà appagata. Per il momento posso dire che questo documentario mi ha trasmesso tutto l’amore per il cinema di Kaplan e mi ha fatto venire voglia di vedere vecchi film comici.
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