
Mickey: The Story of a Mouse – Stati Uniti 2022 – di Jeff Malmberg
Documentario/Biografico – 89’
Scritto da Emanuele Marazzi
“Spero soltanto che non ci si dimentichi di una cosa. Che tutto è cominciato da un topo.”
Come amava ricordare Walt Disney si sono fatti passi da gigante nell’animazione a livello tecnico, si è arrivati a toccare il cielo con un dito partendo da meno di nulla, ma niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza quel topo.
Topo nato in seguito alla perdita del progetto originale: Oswald, il coniglio fortunato. A seguito di un fallimento Walt si sposta in California, dove abita il fratello, con cui fonderà una nuova azienda. Con l’aiuto di Ub Iwerks, che diventerà un suo storico collaboratore, crea il coniglio Oswald. Ma l’azienda creata con il fratello non decolla, e una volta terminato il proprio contratto passano alla Universal, detentrice dei diritti sul personaggio.
Persi i diritti di Oswald Walt, nuovamente insieme a Iwerks, creano la storia. Topolino nasce “ufficialmente” il 18 novembre 1928, con il primo corto con audio sincronizzato: “Steambot Willie”. (Non fu esattamente un “buona la prima”. C’erano già stato due corti prima del successo, ma non avendo stupito il pubblico nessun finanziatore bussò alla porta dei Disney.) “Il cantante di Jazz”, che l’anno prima aveva fatto la storia diventando il primo film sonoro, convinse le sale a costruire un impianto audio, da qui l’idea di Walt di creare il primo corto con audio completamente sincronizzato, destando non pochi dubbi e dovendo andare incontro ad ulteriori sacrifici. Direi tutti ripagati, in fondo.
Nei primi corti Topolino è Walt Disney, né più né meno. Dai suoi ricordi e dalla sua vita Walt trae ispirazione per creare, e quindi al cambiare di Walt cambia di conseguenza Topolino, e cambia il mondo intorno a loro, la società va avanti e muta. E gli effetti di tale mutamento si riversano anche sul simbolo della Disney.
La Disney si allarga, e Walt è coinvolto in nuovi progetti, che lo tengono lontano dai corti di Topolino. “Fantasia”, debutta un anno dopo il primo lungometraggio Disney, “Biancaneve e i sette nani”, ma non riscuote lo stesso successo. È il 1939 e la guerra in Europa limita parecchio la distribuzione del film. Walt, da patriota, crea con i suoi animatori dei corti di propaganda ed educazione militare, mentre l’esercito statunitense occupa buona parte dei suoi Studios. Topolino e gli altri personaggi creati nel frattempo diventano quindi protagonisti di corti dedicati ai militari in guerra, diventando ulteriormente ciò che già per l’America era stato: un simbolo di libertà e ribellione.
Topolino ormai è letteralmente dappertutto, diventato un’icona ancor prima di essere un personaggio animato, per i valori che incarna e in cui tutti fanno affidamento. Ma nessuno può incontrarlo.
Nasce quindi il progetto Disneyland. Nel 1955 ad Anaheim, California, chiunque conoscesse ed ammirasse il simbolo per eccellenza della Disney, poteva vederlo in “carne ed ossa”. Il sogno di chiunque fosse amico di quel topo nato semplicemente dalla fantasia e dal genio.
Nel 1966, il sipario cala definitivamente. Walt muore il 15 dicembre dello stesso anno di cancro ai polmoni. Da lì la situazione si complica non poco. Senza la guida del capo non si sa più cosa fare con Topolino, che subisce variazione fino a tornare ciò che era: un tipo allegro, coraggioso ma che può e deve sbagliare.
Un personaggio legato indissolubilmente al suo creatore, di cui diviene il riflesso. Un successo partito dal nulla, che ha visto numerosi fallimenti e rischi che avrebbero potuto mandare tutti all’aria. Ma in fondo niente di questa storia sarebbe stato possibile senza sacrifici e rischi.
D’altronde “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. No?
Voto: 9
grazie