
La ballata dei gusci infranti – Italia 2022 – di Federica Biondi
Drammatico – 95′
Scritto da Emanuele Marazzi
Nessun protagonista al di sopra degli altri. Nessun io, questa storia è parte di noi, ci colpisce al cuore, come fece la sequenza di terremoti che tra la metà del 2016 e gennaio 2017. Una serie di sismi che ha aperto la terra in due, togliendo di fatto a chi vi è rimasto coinvolto la quasi totalità della propria vita. Case, effetti, affetti, certezze.
Di questo si parla. Attraverso un film corale, ci vengono presentate quattro storie, diverse ma accomunate da fili che le legano indissolubilmente. Il primo è un personaggio, Jacopo, considerato il “matto del villaggio”, che conosce e cita spesso Dante, altro punto in comune, e che sembra rappresentare in parte lo stesso poeta che decanta. Tramite lui conosciamo tutti gli altri personaggi, che di sfuggita o più in profondità hanno avuto modo di incontrarlo e conoscerlo.
La prima storia è di integrazione. Don Ghali, parroco africano, arriva a sostituire il precedente Don. Il primo impatto non è dei migliori, i parrocchiani mettono in dubbio la sua figura e le sue capacità. Jacopo, esso stesso emarginato, sarà il suo primo amico nella nuova vita che lo aspetta.
Poi ci sono Alba e, guarda caso, Dante. I genitori di Jacopo, rispettivamente un’attrice e un drammaturgo, si sono ritirati da anni in una casa sull’Appennino marchigiano, e lì andrà in scena il loro ultimo spettacolo, una rivisitazione del Paradiso di Dante.
E ancora Lucia, proprietaria di una fattoria sui monti Sibillini, che ad un tratto si trova a dover gestire tutta la mole di lavoro da sola. Con il supporto di Jacopo e un’estrema determinazione riuscirà a rialzarsi.
Ultimi ma non meno importanti ci sono David ed Elisabetta. I due aspettano un figlio, tra dubbi, incertezze, discussioni e le visite ginecologiche.
Storie di vita, nomi che possono essere modificati, diventare chiunque. È la forza del film. Un terremoto che ha spezzato le certezze e contemporaneamente unito tutti. Che ha cancellato un territorio che con fatica sta ancora oggi cercando di rialzarsi. Storie di integrazione, di solidarietà, di dolore.
Una fotografia che premia i magnifici panorami dei monti Sibillini, dando più spazio alla speranza, alle persone, che hanno bisogno di una nuova rinascita. E questo film dà loro certamente voce.
Voto: 8
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