C’era una volta in Italia

fonte immagine: mymovies.it

Once Upon a Time in Italy – Italia 2022 – di Federico Greco e Mirko Melchiorre

Documentario – 102′

Scritto da Messua Mazzetto

Federico Greco e Mirko Melchiorre dopo essere arrivati nel 2017 con il loro documentario PIIGS, ci svelano il loro nuovo lavoro, che può essere considerato come un seguito ideale: si tratta di C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando. 

Il documentario vede molte partecipazioni illustri tra cui : Roger Waters, Jean Ziegler, Ken Loach, Gino Strada, Michael Marmot, Vittorio Agnoletto e molti altri.

Il documentario verrà proiettato per la prima volta Martedì 31 Gennaio a Roma e vedrà un’introduzione in streaming dello stesso Roger Waters.

Il film parte da Cariati, in Calabria, dove un manipolo di ribelli di ogni età decide di protestare come nessuno ha mai osato fare, occupando l’ospedale con l’obiettivo di ottenerne la riapertura. Nel frattempo alcuni dei più importanti intellettuali, medici, esperti e attivisti italiani e internazionali  ci svelano le vere responsabilità locali e globali dell’attacco alla salute pubblica, e sostengono la lotta di Cariati. La sanità pubblica in Italia è infatti ridotta al lumicino da decenni di tagli al bilancio e privatizzazioni; la chiusura dell’ospedale di Cariati (e di altri 18 ospedali soltanto in Calabria) è lo specchio di un’epoca nella quale il diritto alla salute è sempre meno garantito.

Il documentario inizia parlando del cosiddetto “Metodo Jakarta” per poi aprirsi tra immagini di repertorio, interviste e immagini realizzate ad hoc per il documentario.

Un documentario che vuole informare e mostrare una ferita ancora aperta, quella causata dalla pandemia, oggi tre anni dopo siamo ancora storditi e non abbiamo appieno compreso tutto quello che è accaduto, quello che è certo sono i danni e gli effetti sociali che oggi iniziamo a vedere.

Un viaggio tra un ieri (il Novecento), il ieri più recente (quello dal 2020 ad oggi), e uno sguardo verso il futuro che vediamo sempre più nebbioso.

Le musiche nel documentario sono incalzanti, la fotografia e le immagini tengono un ritmo altrettanto vivace, diventa un documentario frizzante che fa senza dubbio riflettere e pensare.

VOTO: 9

 

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