
The Fabelmans – Stati Uniti/India 2022 – di Steven Spielberg
Drammatico – 151′
Scritto da Francesco Carabelli
Ultima fatica di Steven Speilberg, passata al festival di Toronto 2022 e plurinominata ai recenti Oscar, senza portare a casa nessuna statuetta, inserisce il regista statunitense nel filone di film apertamente o velatamente autobiografici, in voga in questo momento oltreoceano (ricordiamo ad esempio Armageddon Time di James Grey).
Il film di Spielberg racconta le vicende della famiglia Fabelman, che ripercorre il vissuto della famiglia del regista tra gli anni ´50 e gli inizio dei ´60, con la scoperta del favoloso mondo del cinema da parte del protagonista Sammy Fabelman (interpretato dal canadese di origine ebree Gabriel LaBelle), alter ego di Steven Spielberg e la crescita della passione per la regia e il montaggio, in un susseguirsi di preparazione di pellicole amatoriali sempre più elaborate, che coinvolgono come attori la famiglia, gli amici e i compagni di High School.
La famiglia vive della luce dei genitori di Sammy, ovvero il padre Burt Fabelman (interpretato da uno straordinario Paul Dano), ingegnere elettronico alle prese con importanti scoperte nel campo del mondo dei computer e alla ricerca di una propria piena realizzazione in campo lavorativo, e la madre, Mitzi Fabelman, interpretata dalla splendida Michelle Williams (candidata all’Oscar come migliore attrice protagonista per la sua interpretazione) pianista per vocazione e formazione, ma che vive all´ombra del marito e ha rinunciato alle proprie velleità artistiche per crescere i figli e dedicarsi alla famiglia.
Figura a latere, ma importante nella narrazione per immagini, è quella dell´amico di famiglia e collega di Burt, Bennie Loewy (interpretato dall´attore comico di origine canadese Seth Rogen), che scopriremo poi avere un ruolo non marginale nel destino dei Fabelman.
La famiglia si sposta da est (New Jersey) ad ovest, prima in Arizona a Phoenix e poi in California, inseguendo i sogni lavorativi del padre, ma rimanendo sempre coesa, fino al crollo emotivo di Mitzi e alla sua decisione di ritornare in Arizona per seguire il suo cuore.
Seguiamo la maturazione artistica di Sammy, spronato in questo anche dallo zio materno, l’attore Boris Schildkraut, (interpretato dall’istrionico Judd Hirsch, anch’egli candidato all´Oscar), in visita alla famiglia Fabelman dopo la morte della madre di Mitzi.
Sammy avrà poi la fortuna di trovare il suo posto nel mondo del cinema e delle produzioni televisive, dopo aver deciso di abbandonare l’università alla conclusione del secondo anno.
Il film si chiude con l´incontro negli studios californiani tra il ragazzo e John Ford, interpretato qui da un significativo David Lynch, che riesce a ricreare verosimilmente la figura del grande vecchio del cinema wester americano..
Un film tutto sommato equilibrato, senza grandi sbavature e senza grandi entusiasmi, che però non ha trovato grande approvazione da parte del pubblico delle sale cinematografiche. Il film ha incassato poco più dei costi di produzione, anche soprattutto grazie alla vendita all´estero..
Il regista statunitense puo´contare sul sodale John Williams, per la bella e delicata colonna sonora, e alla fotografia, sul polacco Janusz Kaminski, suo collaboratore stretto dai tempi di Schindler´s list.
Certo non uno dei migliori film di Spielberg, ma sicuramente da vedere, anche per conoscere da vicino la storia della famiglia del regista e quella della sua formazione artistica dall’infanzia alla gioventù.
Voto: 7
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