
Les Filles d’Olfa – Francia/Arabia Saudita/Germania/Tunisia 2023 – di Kaouther Ben Hania
Documentario – 107′
Scritto da Enrico Cehovin
È una storia vera quella che la regista tunisina Kaouther Ben Hania sceglie di mettere in luce con Four Daughters. È la storia di Olfa, una donna tunisina madre di quattro figlie, due delle quali, le più grandi, sono scomparse.
A rendere ancor più interessante una storia fatta di luci e ombre nelle dinamiche comportamentali di un’intera famiglia è il registro che la regista sceglie di adottare, un taglio che mescola documentario e fiction, accosta l’intervista all’inscenamento, che fa esprimere direttamente Olfa e le due figlie minori e che colma invece il vuoto delle figlie maggiori con due attrici professioniste. Anche Olfa ha un suo doppio, un’attrice chiamata a impersonarla in una sua versione più giovane.
Il taglio a metà strada tra fiction e documentario – anche se, a conti fatti si tratto di un documentario puro visto che anche le scene recitate non approdano mai alla fiction, ma rimangono sempre al massimo la preparazione o la prova della scena che verrà girata in seguito ma a noi mai mostrata, restando sempre un atto preparatorio ma documentaristico, non finto – permette alla regista di esplorare, oltre ai fatti avvenuti, dinamiche personali che vengono rivissute ma soprattutto di dar voce alle tre donne (quelle vere, non le attrici) e di dar sfogo ai loro pensieri, dando loro modo di esprimersi verso attori chiamati ad interpretare un ruolo, come quello del padre o quello del patrigno delle quattro sorelle, che fungono da interlocutori/oggetto di sentimenti e risentimenti inespressi, maturati a tempo debito nei confronti di persone realmente esistite.
Dando paradossalmente vita a una realtà attraverso la finzione, il documentario di Kaouther Ben Hania assume così un’ interessantissima funzione terapeutica per le sue protagoniste, una funzione liberatoria più interessata al superamento dai traumi accumulati dalle protagoniste che all’indagine o al reinscenamento di azioni passate, che vanno però rivissute attraverso la “concretezza” della recita per poter esser meglio affrontare.
Putroppo nella seconda parte, che svela e fa luce sull’arruolamento nell’ISIS in Libia delle due figlie maggiori, il film si abbandona a un taglio più tradizionale e molto meno interessante nell’elencare giornalisticamente la strada intrapresa dalle due sorelle scomparse, perdendo peculiarità e potenzialità, lasciando spazio a un progressivo appiattimento e un progetto che nelle premesse e nello sviluppo della prima parte lasciava presagire e ambiva a qualcosa di più.
Voto: 6
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