Cinema – Cultura – Crossmedia – Scoperta del territorio
Il non sapere mi ha permesso di vivere, il non sapere mi ha permesso di tenere vivo il ricordo, mi ha permesso di immaginare e di rispettare pur vivendo vicino, ma nella lontananza fisica.
Se sapessi verrebbe meno l’attrattiva e la magia, verrebbe meno l’aura che nasconde e rende intensa la vita e il sentimento.
Meglio vivere nel dubbio, meglio non sapere la verità pur agognando di conoscerla.
Tra i tanti racconti di mio padre uno ricorrente era quello della sua esperienza in est Europa nell’epoca comunista, in particolare era stato per quasi un mese a Praga durante gli anni ‘70.
Mi raccontava di un lungo viaggio che aveva effettuato in parte in aereo fino a Vienna, allora confine del mondo occidentale, in parte con un auto a noleggio grazie alla quale era potuto giungere a Praga suscitando non pochi sospetti nella polizia cecoslovacca visto che, italiano, si muoveva su suolo cecoloslovacco con targa austriaca.
Vi chiederete perché visse per un mese a Praga. Durante una delle frequenti fiere tessili che si svolgevano in giro per l’ Europa occidentale era entrato in contatto con una ditta espositrice cecoslovacca che produceva dei telai molto più veloci di quelli occidentali, che avrebbero permesso alla ditta di famiglia di incrementare la produzione di tele e calicot nella quale era specializzata.
Era quella tecnologia frutto del genio boemo, che già dai primi anni del Novecento si era distinto per la sua tecnologia meccanica.
Mio padre aveva un legame particolare con la città di Casale Monferrato nella quale trascorse quasi un anno e mezzo della sua vita per svolgervi il servizio militare.
Parlava sempre con grande rispetto di quegli anni che lo formarono dopo gli studi universitari e prima di entrare nel mondo del lavoro, soprattutto per le tante esperienze occorsegli e per le tante conoscenze intrecciate con commilitoni e superiori e di come quella vita l’avesse fatto maturare.
E ‘ un mese che te ne sei andato papà, in punta di piedi dopo mesi di ricovero in ospedale e tanti sono i ricordi che affiorano, ora che non ci sei più con noi a farci compagnia e che, intensamente, pensiamo a te e alle tante situazioni vissute assieme.
C’è una nostra piccola tradizione che abbiamo portato avanti per quasi quindici anni e che è venuta meno solo negli ultimi tempi, vuoi per il covid, vuoi per la congiuntura economica che ha cambiato le abitudini della gente.
Continua a leggere “Quei sabato pomeriggio svizzeri”
Era qualche giorno prima dell’inizio delle scuole medie. Mio padre decise per la prima volta di coinvolgermi in una piccola avventura assieme.
Partimmo all’alba in un fresco mattino di inizio settembre, pedibus calcantibus, come diceva lui, ovvero completamente a piedi, un passo dopo l’altro, passeggiando a passo spedito, certo il passo di un bambino di 11 anni.
Nei momenti difficili ci sono e ci sono sempre stati gli amici, quell’amicizia profonda, quel comun sentire che ci permette di capirci al volo e di confortare l’altro con la nostra vicinanza e con il nostro non essere troppo invadenti e l’essere a nostra volta confortati dalla presenza di un amico, da un volto che ci sorride e ci rida’ la serenità.
L’amico ci capisce, ci fa guardare le cose e le situazioni con uno sguardo nuovo, meno pessimista e più fiducioso, ci rida’ speranza e ci permette di guardare al futuro con occhi nuovi.
Racconto di Francesco Carabelli
L’estate richiama i momenti belli della gioventù e dell’adolescenza quando liberi dagli impegni scolastici o universitari ci si dedicava alle attività ricreative a casa, in vacanza o anche all’oratorio. Quante estati passate con gli amici di sempre sui campetti di calcio dell’Oratorio per organizzare i giochi per i bimbi, quanti momenti conviviali, quanti momenti di preghiera e di gioia.
Cosa rimane oggi di questa esperienza?
Racconto di Francesco Carabelli
Un ricordo che riaffiora a tratti quando mi capita di dover pranzare con una focaccia è il ricordo di me bambino per le vie di Moneglia, cittadina ligure della riviera di Levante, mentre esco dal forno dove andavo a prendere da solo o con mia madre le focacce di vario tipo per la mia famiglia che ci aspettava in spiaggia, mentre passavamo qui alcuni giorni di vacanza e di riposo durante il mese di giugno o di luglio, dopo la fine dell’anno scolastico.
Scritto da Francesco Carabelli
Quanto è bello trovarsi con gli amici per vivere i giorni di festa, condividere con loro un giorno di allegria e spensieratezza, aiutandosi vicendevolmente nel far sì che tutti stiano bene e si sentano a proprio agio e vivano sereni quelle ore di convivialita’ che si trascorrono assieme per una cena, per un pranzo o finanche solo per un aperitivo all’aperto nel giardino di casa quando le belle giornate rendono possibile stare all’aria aperta in mezzo al verde e ai fiori.
Continua a leggere “La condivisione di una giornata di festa”
La felicità a volte è nella semplice condivisione di un’esperienza, nel passare del tempo con qualcuno che conosciamo, ma con cui non abbiamo mai potuto essere soli, lontani dalla folla e dal vociare degli amici.
Lumière e i suoi fratelli 