Manodopera

fonte immagine: mymovies.it

 Interdit aux chiens et aux Italiens – Francia/Belgio/Svizzera/Italia/Portogallo 2022 – di Alain Ughetto

Animazione/Drammatico/Per Famiglie – 70′

Recensione di Emanuele Marazzi

Nell’estate 2022, in quel di Annecy, viene presentato Manodopera, il secondo lungometraggio di Alain Ughetto.

Realizzato con la tecnica stop-motion, specialità di casa Ughetto, è il racconto personale della famiglia del regista, lungo tutto il ‘900.

Nel villaggio di Ughettera, patria degli Ughetto, ai piedi del Monviso vive Luigi, nonno di Alain. Insieme a sua moglie Cesira cerca un lavoro e una vita migliore oltralpe, in Francia. Una storia a cavallo tra i due paesi come lo è il destino della stessa famiglia.

Tra pochi alti e parecchi bassi, con in mezzo due guerre mondiali che certamente non hanno aiutato, in poco più di un’ora veniamo a conoscenza delle tradizioni e della storia di casa Ughetto: il lavoro in miniera, duro ed estremamente pericoloso, la volontà di cercare fortuna altrove propria di moltissimi italiani dell’epoca, la fame e, perché non va mai dimenticato, il dramma della guerra.

Pur essendo un film in stop-motion, che non manca di ironia, racconta con una dolcezza propria dell’animazione il lutto e le difficoltà di una vita mai del tutto tranquilla. Come scrivevano i giornali francesi dell’epoca, gli italiani si facevano fare tutto, erano instancabili e si accontentavano di poco. Facilmente sfruttabili, quindi, in ogni campo.

Arriva la guerra e la situazione, se possibile, peggiora. L’originalità di un racconto personale si scontra con il destino di quasi ogni soldato mandato a morire per una causa in cui non crede. Che sia l’Etiopia o un conflitto mondiale. Gli Ughetto non sono diversi da tutti gli altri, o forse sì, hanno origini italiane. Sono il nemico.

Una cosa di cui non ho parlato finora, è il titolo, che merita però una menzione. In italiano il film è stato titolato “Manodopera” per richiamare il duro lavoro nei campi e nei cantieri che vediamo svolgere nei decenni dalla famiglia Ughetto. In francese (e in inglese, ndr), mi permettano gli adattatori, il titolo ha una diversa forza, che richiama immediatamente la discriminazione subita dagli italiani all’estero durante il primo Novecento.

Interdix aux chiens et aux italiens”. Vietato ai cani e agli italiani.

Un film personale e poetico che racconta la storia degli Ughetto ma che si fa portavoce di un destino che ha coinvolto tutti, durante il secolo scorso. Un’ironia e una dolcezza che spezzano il dolore non annullandolo. Luigi e Cesira hanno fondato le basi di una famiglia e con questo omaggio sarà una storia che vivrà oltre gli Ughetto stessi.

Voto: 8

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