
It’s complicated – Stati Uniti/Giappone 2009 – di Nancy Meyers
Commedia/Drammatico/Romantico – 121′
Scritto da Fulvia Massimi (fonte immagine: mymovies.it)
Jane Adler si sente finalmente realizzata, dopo diciannove anni di matri– monio, dieci di divorzio, tre figli adorabili, un lavoro e una villa da sogno a Santa Barbara. Il versante sentimentale manca di pepe ma proprio quando Adam, il timido architetto che le ristruttura casa, entra nella sua vita, Jane si trova coinvolta nella situazione più impensabile e assurda di tutte: una relazione con l’ex-marito Jake, (ri)sposato con un’aitante trentenne.
Nel 2003 Jack Nicholson scaricava la baby-fidanzata Amanda Peet preferendole la frizzante “suocera” Diane Keaton (a sua volta corteggiata da un impacciato Keanu Reeves) in Tutto Può Succedere. Sette anni dopo cambiano gli addendi (là si trattava di una donna e del “genero”, qui di una donna e dell’ex-marito) ma non il risultato: nonostante la parentesi “giovanile” di L’Amore non Va in Vacanza, Nancy Meyers sembra non aver abbandonato il gusto per la commedia della terza età che tenta di rispondere all’annosa e ormai inflazionata questione: la vita può ricominciare a cinquant’anni? O, parafrasando una battuta del film, divertirsi (ergo, innamorarsi) non ha davvero età? Pare proprio di sì.
Lo dimostra il trio Streep-Baldwin-Martin che, dopo aver animato l’82esi- ma notte degli Oscar, ha qui l’onere di tenere alto il tasso di comicità. E se un eccesso di sentimentalismo non spegnesse la vitalità dei primi 90 minu- ti di film, E’ Complicato manterrebbe il ritmo comico perfetto. Nel tenta- tivo di rendere originale tanto lo spunto di partenza quanto la conclusione della sua opera numero cinque, la Meyers (anche sceneggiatrice) manda completamente a rotoli il finale, senza sottrarsi all’atavica maledizione che colpisce, nove volte su dieci, la romantic comedy, genere che, più di tutti, rischia lo scivolone sullo stereotipo, pronto ad attenderla al varco come un’infida buccia di banana.
Il plot point 2, per dirla alla Syd Field, infrange il tono brillante e scanzo- nato della pellicola, precipitandola nel classico momento riflessivo corona- to da quesiti altamente esistenziali (Meryl Streep tornerà con l’ex bonac- cione o gli preferirà l’architetto gentiluomo?) e da improvvisi e ingiustifica- ti cambiamenti climatici (si scatena un diluvio torrenziale che pare una nu- vola fantozziana quando fino ad un minuto prima il sole splendeva imper- territo sulle coste californiane) che lasciano il tempo che trovano.
Se fosse possibile cancellare il finale con un crudele taglio di montaggio si farebbe soltanto il bene di Nancy Meyers ma, sfortunatamente, non si può. Materiale salvabile non manca di certo, grazie alla splendida performance dei tre ultracinquantenni/sessantenni, capaci di mettere in scena le gioie ritrovate del corteggiamento e del sesso con irresistibile verve. Ricchissimo di gag esilaranti, grazie al personaggio sornione di Alec Baldwin (concen- trato inarrestabile di battutine a doppio senso e tentativi di seduzione quantomai spassosi), È Complicato ha dalla sua un cast eccezionale, va- lore spesso aggiunto nella filmografia della Meyers. Meryl Streep si de- streggia in cucina come Julia Child e sorprende i puristi fumando erba e parlando di “seme” ma, a riprova del fatto che Nostra Signora di Holly- wood può affrontare qualunque ruolo, la sua interpretazione è inappunta- bile.
L’ambientazione, al contrario, è ai limiti del fantascientifico, tra panorami mozzafiato, ville sul mare e tavolate imbandite che si prendono tranquilla- mente gioco della fame nel mondo (e poi c’è chi si lamenta del nostrano Ozpetek): come a dire che la commedia non è genere per poveracci. Si chiude un occhio e si va avanti perchè, nonostante tutto, i dialoghi sono brillanti, si (sor)ride per buona parte del tempo e il riso, come il cibo, fa buon sangue. La preparazione dei croissant caldi al cioccolato è sicuramen- te una delle forme di corteggiamento più gustose della storia del cinema (senza dimenticare che già Jack Nicholson e Helen Hunt si erano riconciliati davanti ad una panetteria alle quattro del mattino nella pellicola da Oscar di James L. Brooks) e niente mette buon umore come la cucina casalinga (e se Ozpetek lo ha insegnato a noi italiani, Julie & Julia lo ha ribadito al resto del mondo).
Le musiche sono del premio Oscar Hans Zimmer (candidato quest’anno per Sherlock Holmes) ma anche la scelta dei brani per la colonna si sposa alla perfezione con la vivacità della pellicola.
Voto: 6
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