Marcello Mio

Fonte immagine: spazio cinema.info

Marcello Mio – Francia/Italia 2024 – di Christophe Honoré

Commedia – 120’

Recensione di Enrico Cehovin

Un set fotografico, un reinscenamento della celebre scena della Fontana di Trevi de La Dolce Vita; a interpretare Anita Ekberg è Chiara Mastroianni, nel ruolo complementare a quello che interpetava nel film suo padre; Chiara è spaesata, non è nella parte, l’acqua scrosciante la destabilizza, la fotografa la incita, la esorta gridando la celebra frase: “Marcello! Marcello!”

È l’inizio di una crisi identitaria per Chiara che esplode ulteriormente all’audizione per un nuovo film di Nicole Garcia, quando la regista nel dirigerla come attrice le chiede di recitare “più Mastroianni, meno Deneuve, più Marcello, meno Catherine”.

Chiara si sostituisce così al padre, Marcello, indossandone i vestiti, portandone gli iconici occhiali, ripercorrendo i suoi luoghi e assumendone il carattere, gli atteggiamenti, la lingua.

È un film ricco di amore per il cinema e di metacinema “Marcello mio”, il nuovo film di Christophe Honoré, un film dall’ostentato sapore intellettuale, che si appropria dell’Italia e del suo immaginario cinematografico con gusto squisitamente francese. Gli attori sono chiamati a interpretare se stessi, da Melvil Poupaud a Fabrice Luchini a Catherine Deneuve, e i set ripercorsi sono tanti, da Le notti bianche a La dolce vita a , ma il lavoro di Honoré attraverso Chiara Mastronianni che si appropria di Marcello – in un percorso nel quale lo imita, lo incarna, cerca di impossesarsene e di sostituirsi per mimesi totale alla figura paterna – supera la ricerca identitaria di Chiara e diventa universale, diventando simbolo perfetto di figlia schiacciata da due figure genitoriali estremamente ingombranti.

Sarà proprio la partecipazione a un programma televisivo, una puntata di “A ruota libera” – strizzata d’occhio a Ginger e Fred – a smascherare “la verità”, chiesta a gran voce dal pubblico, e l’osservazione rivelatoria che Stefania Sandrelli (nel ruolo di se stessa) porge a Chiara: “Tu non puoi vivere come se tu non esistessi.” ad avviare la risoluzione della crisi identitaria: Chiara, spogliatasi degli abiti del padre, in una liberatoria nuotata finale, potrà essere nuovamente se stessa: Chiara.

Spettrale, malinconico e accorato, ma anche sentito, meditativo e amichevole, “Marcello mio” è un film anniversario, pensato per l’uscita nel centenario della nascita di Marcello Mastroianni, sincero ma non sempre riuscito – l’immagine di Chiara allo specchio che vede riflesso il volto di Marcello è un’immagine di rara bruttezza – ma che porta con se l’amore di una figlia nei confronti di un padre, l’amore di un regista nei confronti di un mito, ma anche quello nei confronti di una musa.

Voto: 6

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