Camminare d’estate

Racconto di Francesco Carabelli

E’ bello le sere d’estate uscire a fare quattro passi quando il meteo lo permette; camminare soli o in compagnia chiacchierando e rilassandosi, staccando dalla routine.

E’ un assaggio delle camminate estive in montagna, quando ci sarà poi l’occasione di provarsi sui monti, dopo aver camminato durante l’anno, e soprattutto durante le sere estive, in pianura, andando a percorrere le tante vie del paese, conosciute o poco note, affollate o deserte, silenziose o caotiche, per qualche festa notturna.

Si ripercorrono i tanti percorsi solcati, molte volte da giovani, quando il paese era l’unico luogo che conoscevamo e gli amici erano tutti lì in quei pochi km quadrati di territorio e l’unico modo per frequentarsi era uscire la sera in piazza o in Oratorio, a piedi o in bicicletta e, negli anni più maturi, in motorino.

Oggi si allungano i percorsi, ci si muove a piedi verso i paesi vicini, alla ricerca di un bar o di una gelateria che non siano i soliti, o per andare a prelevare al bancomat, dato che ormai i nostri piccoli paesi hanno perso i servizi bancari e sono rimasti, a volte, solo i servizi postali.

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Si cammina alla ricerca del fresco e si cerca di espellere le tossine della nostra vita troppo sedentaria, fatta di ritmi ripetitivi e talvolta noiosi.

Si cerca, nel camminare, requie alla nostra vita lavorativa. Tante volte è bello approfittare anche della pausa pranzo per fare quattro passi nel paese o nella città in cui lavoriamo. Scoprire le bellezze del posto, i luoghi caratteristici, la gente che lo vive e lo frequenta, i ristoratori o i baristi, gli esercenti o gli avventori.

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Si creano dei legami, a volte superficiali, ma che durano nel tempo e tante volte è bello pensare alla gente che abbiamo frequentato perché parte dei luoghi in cui abbiamo vissuto la nostra vita anche lavorativa; pensare alle tante situazioni capitate nel corso degli anni, ai tanti volti che la nostra immaginazione ripercorre pensando a quel contesto, a quel periodo della nostra vita, alle tante occasioni anche di amicizia che abbiamo vissuto.

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L’estate è bella anche per quello, per la voglia di rompere la routine, grazie alle giornate più lunghe che ci permettono di vivere più intensamente la vita e ci ricordano la nostra vocazione eudemonica di uomini, la nostra perenne ricerca della felicità e di un equilibrio nei rapporti con gli altri, pur nella difficoltà dello stare nel mondo.

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Camminando in paese, nel piccolo, ci immaginiamo affrontare ben altri percorsi, ci rivediamo solcare le vie di quella lontana città che abbiamo visitato tanto tempo fa, o ci immaginiamo ripetere le gesta di qualche pellegrino medievale o le più recenti gesta di qualche pellegrino moderno, come il Werner Herzog di Sentieri nel Ghiaccio.

Camminare ci smuove e dà nuovo slancio alla nostra voglia di fare e alle nostre facoltà di pensiero.

Ci salva dalla pigrizia dello stare fissi in un punto, spronandoci a confrontarci con il mondo, guardando oltre ciò che possiamo vedere, allargando i nostri orizzonti fisici e mentali.

Camminare ci ridà speranza e ci pone delle sfide con noi stessi e con coloro con i quali intraprendiamo un cammino.

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Per tanti vale lo stesso mettendosi in sella ad una bicicletta, che sia da città o da strada, una mountain-bike o una bici da cross. Si va oltre e si scoprono lentamente nuove realtà nello spazio e nel tempo che ci fanno superare le tante difficoltà della nostra vita e i periodi più bui, spronandoci a guardare oltre, a sperare una vita migliore, un mondo diverso, più a misura di uomo, dove il tempo si espande e lascia la possibilità della riflessione, del confronto, della gioia, della condivisione.

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