Ci lascia il regista sudcoreano Kim Ki-duk (Bonghwa, 1960), morto ieri, venerdì 11 dicembre, in Lettonia, dove si era recato verso fine novembre per comperare una casa a Jurmala. Simbolo di un cinema essenziale ed estremamente diretto, capace di coniugare poesia e brutalità, alternando, anche bruscamente, visionarietà ed iperrealismo, Kim Ki-duk all’età di trent’anni si trasferì a Parigi per studiare arte ed una volta rientrato in terra natia diede avvio alla sua attività cinematografica come sceneggiatore, esordendo infine in qualità di regista nel 1996 con Crocodile, anche se la notorietà internazionale verrà definitivamente conseguita nel 2000, quando alla 57ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia venne presentato, in concorso, Seom (L’isola), che contribuì a farne conoscere la descritta poetica di stile, personale ed originale, incline a catturare attraverso la narrazione tanto improvvisi squarci d’umanità quanto la desolante assenza di quest’ultima. Il cineasta…
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